La Diocesi di Vicenza: alcuni dati essenziali

Breve presentazione della diocesi berica

Mons. Giuliano Brugnotto è l’80° vescovo della Diocesi di Vicenza. Succede a mons. Beniamino Pizziol che era alla guida della diocesi berica dal giugno del 2011. La diocesi ha origini remote. Gli scavi archeologici sotto la Cattedrale di Santa Maria Annunciata hanno confermato l’antichità della sede episcopale, mettendo in luce i resti di una “domus ecclesiae” databile alla fine del III secolo. L’esteso territorio (2.200 mq nella provincia di Vicenza con alcune estensioni nelle province di Padova e Verona), il numero di abitanti (847 mila), di parrocchie (355), di vicariati (16) e di sacerdoti diocesani (392) ne fanno una tra le dieci maggiori diocesi italiane. Il territorio è prevalentemente pianeggiante, con alcune zone collinari (i monti Berici) e alcune comunità montane sulle pre-alpi venete. La provincia, densamente abitata e industrializzata, è caratterizzata dalla presenza di alcuni centri di maggiore importanza come Arzignano, Bassano del Grappa, Schio, Valdagno.

Da alcuni anni la presenza della Chiesa sul territorio è stata ripensata con la costituzione di dieci zone pastorali e soprattutto con il raggruppamento delle parrocchie in 92 unità pastorali accompagnate dalla costituzione di piccole fraternità presbiterali e di gruppi ministeriali corresponsabili nella cura pastorale. Parallelamente la diocesi ha avviato un processo di riforma della Curia Vescovile organizzata oggi attorno a 5 ambiti: servizi generali, celebrazione e spiritualità, annuncio, prossimità, sociale e culturale.

La diocesi di Vicenza è stata la prima in Italia a ripristinare – dopo il Concilio Vaticano II – il diaconato permanente (ad oggi sono 44 i diaconi e altri sono in formazione). Significativa resta la presenza degli ordini religiosi sia maschili (15 famiglie con 24 comunità per un totale di 187 religiosi) che femminili (29 famiglie con 86 comunità per un totale di oltre 1000 religiose) e dei monasteri di clausura (Carmelitane, Sacramentine e Clarisse dell’Immacolata). Nonostante la preoccupante contrazione del numero del clero, la Chiesa vicentina non ha voluto venir meno alla preziosa sensibilità missionaria della propria gente e continua ad assicurare preti “fidei donum” in Thailandia, in Africa e in America Latina: molto bello e significativo l’aumento dei missionari laici, singoli, coppie e famiglie che partono ogni anno per un periodo più o meno prolungato di evangelizzazione e di promozione umana in tanti Paesi del mondo.

Da un paio d’anni, l’edificio del Seminario Vescovile, la cui comunità vocazionale è funzionante ma notevolmente ridotta nei numeri, è stato trasformato in Centro diocesano e intitolato al vescovo di origine trevigiane Arnoldo Onisto che resse la diocesi dal 1971 al 1988.

Vicenza è conosciuta nel mondo per le architetture del Palladio, le raffinate produzioni orafe, il celebre baccalà. Tra i Santi vicentini si ricordano i fratelli martiri Felice e Fortunato, San Gaetano Thiene, San Giovanni Antonio Farina (anche vescovo di Treviso), Santa Maria Bertilla Boscardin e, in tempi più recenti, Santa Bakhita e la beata Mamma Rosa. Il Santuario della Madonna di Monte Berico, apparsa nel 1426 durante una terribile epidemia di peste, veglia dal colle a lei dedicato sulla città e sulla provincia di cui la Vergine è patrona principale. (AG)