Oltre 50 i missionari alla veglia del 7 ottobre presieduta dal Vescovo Giuliano

Toccanti le testimonianze di sr Anna Fontana e don Lorenzo Dall'Olmo

“La realtà più bella che scoprono i giovani in missione sono gli occhi aperti sul Risorto che riconoscono in tanti missionari e missionarie. Ma sono anche gli occhi aperti di preti, consacrati e laici che giungono a noi dai paesi di missione e ci arricchiscono con la loro fede e la loro gioia di vivere”. Il vescovo Giuliano Brugnotto, durante la veglia missionaria del 7 ottobre in cattedrale, ha sintetizzato con queste parole l’universalità di una Chiesa che si aiuta vicendevolmente a vivere il vangelo, come è quella di Vicenza che invia da sempre missionari nelle terre lontane, ma riceve ed accoglie altri missionari che rendono plurale la Chiesa berica.

Insieme al Vescovo Giuliano erano presenti anche il vescovo emerito di Vicenza mons. Beniamino Pizziol e mons. Egidio Bisol, vescovo di Afogados da Ingazeira (Brasile), di origine vicentina.

La veglia, intitolata “Cuori ardenti piedi in cammino”, è stata aperta da due testimonianze forti. La prima è stata proposta da sr Anna Fontana, suora orsolina del Sacro Cuore di Maria, rientrata a febbraio dal Mozambico dopo 20 anni di missione, mentre la seconda è stata quella di don Lorenzo Dall’Olmo, prete della diocesi di Vicenza da due anni in missione a Boa Vista nello Stato di Roraima, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana.

“Ho vissuto principalmente tra e con i giovani e le giovani appartenenti a varie etnie, culture e religioni diverse (tra i quali musulmani e induisti) favorendo la convivialità delle differenze, l’apertura all’altro, la collaborazione, la reciproca cura e l’interdipendenza”, ha raccontato sr Anna Fontana. “La solidarietà animata dal Vangelo è rafforzata da ubunto, parola che in lingua bantu esprime lo stretto legame tra le persone”, ha continuato la religiosa, “significa io ci sono perché tu ci sei, dando spazio alla mutua benevolenza e al consenso costruito insieme”.

Don Lorenzo Dall’Olmo ha usato invece la metafora dei piedi per descrivere la sua esperienza dei primi due anni a Boa Vista: i tanti piedi che vede correre in aiuto di qualcuno, i suoi che fremevano per “fare” in una terra che doveva imparare a conoscere prima di muoversi, quelli dei tanti migranti venezuelani che incontra quando arrivano nello stato di Roraima. “Chi ama va incontro, non sta fermo”, ha sottolineato nella testimonianza, “copre distanze, si mette a fianco, punta i piedi a volte. Non ha paura della notte, né di ferirsi”. Ed ha continuato esprimendo ciò che è necessario fare ad un certo punto: “Chi ama non teme di abbandonare il proprio suolo e la propria posizione. È necessario uno spostamento, alzare il tallone e perdere per un attimo l’equilibrio, provare il passo di danza e cercare nuovi appoggi”.

Il Vescovo Giuliano ha ricordato quant’è rilevante per i giovani che vivono esperienze missionarie poter incontrare bambini, giovani e missionari animati dal Vangelo. “Il cuore [dei giovani che sperimentano la missione nei paesi lontani, ndr] prova compassione e quella che era una sorta di tristezza viene tramutata in gioia perché quegli incontri con tanta gioventù e con i missionari che stanno in mezzo a loro animati dal Vangelo sono motivo di grande speranza”, ha continuato mons. Brugnotto. “In quei volti che si incontrano viene dispiegata una pagina di vangelo vivente. Ed è il Signore risorto che sta operando tutto questo anche se non ce ne accorgiamo”.

Il vescovo di Vicenza ha raccontato di aver vissuto un’esperienza forte nella comunità delle suore di Madre Teresa a Roraima, nel viaggio missionario vissuto nello scorso mese di aprile: “Anche a me è capitato di celebrare l’Eucarestia a Boa Vista nella comunità delle suore di Madre Teresa e ho avuto questa percezione intensissima: donne impegnate nel distribuire il cibo a centinaia e centinaia di immigrati che ogni giorno nella piccola chiesetta della loro casa celebrano l’Eucaristia. Donne che sostano anche per più di qualche ora in preghiera ogni giorno riconoscendo il volto di Cristo risorto. È la forza della preghiera” e ha continuato citando Papa Francesco “Non si può incontrare davvero Gesù risorto senza essere infiammati dal desiderio di dirlo a tutti” (Messaggio per la 97ma Giornata missionaria mondiale, 2023).

A conclusione dell’omelia, dopo aver espresso l’importanza di sostenere i missionari con la preghiera e la conoscenza informata dei paesi dove vivono, il Vescovo Giuliano ha espresso un desiderio: “Sarebbe bello che una percentuale – il 5% – di ciò che raccogliamo nelle nostre sagre paesane andasse alle missioni” per essere loro vicini anche con aiuti materiali.

Alla riflessione di mons. Brugnotto hanno fatto seguito i momenti dell’invio, nei quali sono stati chiamati prima i missionari partenti per la prima volta come Marco Rigoldi di Novoledo, destinato con la moglie alla Repubblica Democratica del Congo, e Nicola Zattra, giovane di Caldogno partente per l’Amazzonia Brasiliana; numerosi i missionari ripartenti, religiosi e laici appartenenti a diverse famiglie religiose. In tutto i missionari partenti e ripartenti che hanno ricevuto l’invio diocesano sono una quindicina, nei quali si contano tre coppie, anche con figli piccoli.

Sono stati quindi chiamati gli operatori pastorali provenienti da vari paesi e accolti nella diocesi berica ed effettivamente a vista d’occhio la cattedrale ricordava la presenza di molti fedeli, laici e consacrati, provenienti da tutti i continenti: sono stati 37 i missionari, provenienti da 16 paesi nel mondo ed inseriti in varie realtà diocesane.

Da ultimo, è stato il turno dei rappresentanti degli operatori pastorali vicentini: famiglie, catechesi, giovani, Azione Cattolica, animatori sociali, insegnanti di religione…

A tutti i chiamati è stato consegnato il crocifisso dal Vescovo Giuliano o dai tre vicari episcopali come segno d’invio missionario.

La celebrazione, molto toccante, è stata trasmessa in diretta da Radio Oreb e dal canale YouTube della diocesi. È possibile rivederla al link https://youtu.be/Jb30TXzse64

 

 

Le foto allegate sono state realizzate da Federico Vaccari.