‘Parlare con il cuore’, l’invito di Francesco

Il sussidio liturgico per domenica 21 maggio in occasione della 57 Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

Il Santo Padre non si riferisce alla sola gentilezza, ma alla passione che ogni operatore della comunicazione dovrebbe mettere nel modo di comunicare. Passione che è amore per la verità.

Parlare con il cuore, secondo verità, ma sempre nella carità: è questo l’invito che papa Francesco (citando la lettera agli Efesini) ci rivolge in occasione della 57a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Dopo il messaggio dello scorso anno, dedicato alla necessità di saper “ascoltare con il cuore”, l’attenzione si sposta ora alla dinamica del dialogo e della condivisione, accompagnando in questo modo anche l’ingresso in una nuova tappa del cammino sinodale che, dopo la fase dell’ascolto, si appresta ad entrare in quella sapienziale.

Parlare con il cuore è un invito che il Papa rivolge a tutti, ai professionisti della comunicazione come pure ai semplici cristiani, che in un mondo di parole spesso dure e ostili, sono chiamati a fare invece della gentilezza la propria cifra distintiva. Del resto già San Pietro esortava a rendere ragione della speranza che è in noi, senza timore, ma sempre “con dolcezza e rispetto” (1 Pietro 3,15).

Un tempo, quando la comunicazione era più dispendiosa, lenta e dunque inevitabilmente anche più formale, le comunicazioni scritte si chiudevano, nell’attesa fiduciosa di una risposta, con l’espressione di rito: “Cordiali saluti”. Oggi, in tempo di big conversation, immersi cioè in un flusso immediato e continuo di messaggi che ha infranto quelle barriere spazio-temporali che preservavano la nostra intimità e il nostro equilibrio affettivo e mentale, le parole sembrano non essere più soppesate e alla facilità tecnologica del comunicare spesso non corrisponde, paradossalmente, l’effettiva capacità di incontrarsi, rispettarsi e reciprocamente comprendersi. Ma il cuore con cui il Papa ci invita a comunicare non credo si riduca alla

sola gentilezza nella forma o all’empatia, che pure mai dovrebbe mancare tra i protagonisti di un processo comunicativo (diretto o mediato che sia). Parlare di cuore significa anche riferirsi alla passione che riusciamo a mettere e a trasmettere nella nostra comunicazione.

Passione che è amore per la verità, coinvolgimento esistenziale, anche sofferenza nel raccontare ciò che non corrisponde al nostro ideale, ma che pure sentiamo di dover dire per contribuire ad un rinnovamento, ad una crescita, ad una conversione. Per questo nel suo messaggio papa Francesco ricorda l’esempio appassionato e appassionante di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e dei comunicatori cattolici, che sempre “ricercò e raccontò la verità con coraggio e libertà, ma respingendo la tentazione di usare espressioni eclatanti e aggressive”.

Fin dall’inizio del suo servizio pastorale alla nostra diocesi, anche il vescovo Giuliano ha dimostrato una particolare attenzione al mondo dei media, esortandoci a lavorare in modo più coordinato e integrato (settimanale, radio, social, ufficio stampa…) e cercando di raccontare con sempre maggiore passione (cuore) la vita della nostra chiesa diocesana, del suo centro, ma anche delle sue periferie, delle tante comunità che, disseminate sul territorio, cercano di testimoniare tra gli uomini e le donne di oggi l’amore di Gesù Cristo.

Don Alessio Graziani, direttore Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali

Articolo pubblicato sul settimanale “La voce dei Berici”