Vicari episcopali: a partire da quali necessità?

Il vescovo Giuliano ha sentito il parere dei componenti il Consiglio pastorale diocesano.

Articolo tratto da La voce dei Berici

Prosegue la consultazione del Vescovo Giuliano degli organismi di partecipazione circa la possibilità di nominare, oltre al vicario generale, anche alcuni vicari episcopali. Dopo il confronto in Consiglio presbiterale e con gli uffici di pastorale, lunedì scorso, 13 marzo 2023, c’è stata la discussione in Consiglio pastorale diocesano.

Il Vescovo nella sua introduzione, richiamando il Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi, ha sottolineato come «la diversità delle vocazioni e dei ministeri che struttura la chiesa particolare chiede al vescovo di esercitare il ministero della comunità non isolatamente, ma insieme ai suoi collaboratori, presbiteri e diaconi con l’apporto dei consacrati. E si pone attenzione da un lato al presbiterio, dall’altro ai laici».

Ha quindi precisato che il Codice di diritto canonico prevede che «deve costituire il Vicario generale affinché, con la potestà ordinaria di cui è munito, presti il suo aiuto al Vescovo stesso nel governo di tutta la diocesi». Accanto a questo è prevista, «ogni qualvolta lo richieda il buon governo della diocesi», la possibilità di costituire «uno o più Vicari episcopali; essi hanno la stessa potestà ordinaria che, per diritto universale spetta al Vicario generale, o per una parte determinata della diocesi, o per un genere determinato di affari».

Da qui la prima questione che il Consiglio pastorale diocesano ha affrontato: quali sono le urgenze che si riconoscono nella Chiesa di Vicenza per le quali è opportuna, per i prossimi 5-10 anni, la nomina di «uno, due, al massimo tre vicari episcopali». La valutazione è avvenuta tenendo presente la configurazione della diocesi, il cammino di rinnovamento attuato fino ad ora (unità pastorali, gruppi ministeriali, riforma della curia diocesana, situazione patrimoniale ed economica di diocesi e parrocchie).

Dai cinque gruppi in cui si è organizzato il Consiglio pastorale diocesano per rispondere alla domanda sono quindi arrivate le seguenti indicazioni. Le necessità per le quali sarebbe utile avere un vicario episcopale sono le seguenti: il coordinamento della pastorale con uno sguardo particolare verso i giovani e le giovani famiglie, la gestione economica dei beni sia della diocesi che delle parrocchie e nella distribuzione concreta della “carità”, il cammino delle unità pastorali, delle parrocchie e dei vicariati, l’ascolto e la cura dei ministri ordinati (presbiteri e diaconi permanenti) nelle diverse fasce di età e nei luoghi di vita e della vita consacrata; l’evangelizzazione comprensiva del dialogo culturale e del sostegno ai ministri laicali, il cammino liturgico – sacramentale.  Rispetto alla “cura del clero” c’è chi ritiene che questo debba rimanere in capo al vescovo, percepito dai sacerdoti come un “padre”.

L’altra questione che ha coinvolto il Consiglio pastorale è quale coinvolgimento prevedere con riferimento all’organizzazione delle unità pastorali da qui a dieci anni per dare stabilità a queste realtà come pure ai vicariati. Il confronto ampio e aperto ha considerato la possibilità di un ascolto largo e non limitato “solo” agli organismi di partecipazione e ha cercato di focalizzare quali dovrebbero essere gli obiettivi di questo coinvolgimento, per un cammino che dia serenità a tutti i soggetti coinvolti: laici, presbiteri, diaconi permanenti e religiosi.

Lauro Paoletto