20 Nella nostra Chiesa diocesana alcuni tentativi sono stati fatti in questa direzione con la proposta della giornata della Parola e con le domeniche esemplari. Nel corso di questi anni si è visto, però, che questi due momenti, invece di raggiungere, in modo preferenziale, gli operatori pastorali (gruppo pastorale e ministeriale, catechisti, animatori dei ragazzi e dei giovani, ministri della comunione, volontari caritas…), sono diventati, l’uno un momento per chi è sensibile alla lectio divina, l’altra la domenica delle famiglie nella quale coinvolgere i genitori i cui figli seguono gli itinerari di catechesi.
Per tale ragione, parlando precedentemente di cuori missionari, abbiamo suggerito una specie di “settimana della comunità” durante la quale gli operatori pastorali, liberi dai servizi in cui normalmente sono impegnati, e tutta la comunità (fidanzati, sposi, associazioni, movimenti, anziani…) possano dedicarsi all’ascolto della Parola e alla condivisione della loro fede. E’ solo una proposta: sta ai Consigli pastorali valutare se e come, nella propria realtà, può essere utile, o eventualmente trovare, in alternativa, altre forme attraverso cui recuperare la dimensione della fede accolta e condivisa.
21 Su quale tema riflettere in questi momenti di ascolto e condivisione? Ci sono varie possibilità: l’anno liturgico – che è l’itinerario catecumenale permanente di ogni comunità ecclesiale – con i vangeli della domenica, il piano pastorale annuale con le sue priorità, un aspetto della fede particolarmente sentita in parrocchia…
Per il corrente anno pastorale, che pone al centro l’attenzione all’iniziazione cristiana, suggeriamo – solo a mo’ di esempio – le seguenti piste.
– Una fede condivisa è il fondamento di una comunità cristiana (At 2, 42-47)
– La fede è contemporaneamente fonte e frutto dell’amore fraterno (1 Cor 13, 1-13)
– Nell’amore si realizza l’armonia e la corresponsabilità (1 Cor 12, 1-11)
– Nella corresponsabilità la Chiesa cresce come Popolo di Dio e Corpo di Cristo (Ef 4, 7-13)
– Stile di ogni ministero è il servizio disinteressato (Lc 22, 24-30)
– La Chiesa serve il mondo in un modo del tutto particolare con l’annuncio della Parola (At 2, 1-12)
– La Parola è annunciata con coraggio anche nelle difficoltà e nelle persecuzioni (At 4, 23-31)
– L’annuncio è possibile solo facendosi compagni di viaggio dell’uomo contemporaneo (At 8, 26-40).
Per le famiglie
“… ERANO PERSEVERANTI INSIEME NEL TEMPIO … SPEZZANDO IL PANE NELLE CASE … GODENDO IL FAVORE DI TUTTO IL POPOLO” (At 2, 46-47a)
23 E per tutti gli altri? Proviamo ad esaminare il coinvolgimento dei genitori nei due itinerari che proporremo.
Dopo la fase battesimale7, già ampiamente diffusa in diocesi, è bene prevedere due tappe.
• Un triennio (da 3 a 4, da 4 a 5 e da 5 a 6 anni), durante il quale si propongono dai 3 ai 5 incontri annuali, con una parte dell’incontro in cui bambini e genitori sono divisi e un momento finale in cui sono insieme, valorizzando dove possibile le scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana e/o legate alla FISM locale.
Sono previste tre fasi, che prevedono un diverso coinvolgimento dei genitori.
Dura circa due anni, preceduta da un eventuale anno propedeutico in base ad esperienze già in atto8. È il momento in cui la partecipazione dei genitori è più consistente. Se, per esemplificare, in un anno ci sono 14 incontri, 7 sono per i soli fanciulli, 7 per fanciulli e genitori insieme. L’itinerario con le famiglie avrà al centro la figura di Gesù, con particolare attenzione al vangelo di Marco: un anno con tema la vita di Gesù, un anno le azioni di Gesù.
Prevede la celebrazione della penitenza, della confermazione e dell’eucaristia, della durata di circa tre anni9. In questo caso la famiglia può essere coinvolta, sempre per esemplificare, nella proporzione di 1/3: se in un anno abbiamo 21 incontri, 14 possono essere per i soli fanciulli, 7 per fanciulli e genitori insieme. Tenendo presente la felice esperienza in atto in alcune parrocchie della nostra diocesi, i genitori possono essere coinvolti nella preparazione dei sacramenti, proponendo loro date diversificate, tra le quali scegliere, per prepararsi assieme alla celebrazione dei sacramenti10. Anche qui l’itinerario con le famiglie avrà al centro la figura di Gesù, approfondendone alcuni aspetti, soprattutto alla luce del vangelo di Luca: un anno con tema le parabole di Gesù, un anno gli incontri di Gesù, un anno la preghiera di Gesù.
Dura 2 o 3 anni. In questo periodo, vista anche l’età dei ragazzi, è bene privilegiare il coinvolgimento della comunità introducendo alla conoscenza e all’incontro con le diverse esperienze presenti in essa (gruppi, associazioni, movimenti ecclesiali: ACR, Scout, ecc. presenti e operanti nel territorio); per i genitori si possono prevedere, con modalità diverse, almeno tre incontri all’anno, avendo sempre però l’attenzione a una pedagogia adulta nel rapportarsi con essi11.
Per i bambini e i ragazzi
– un anno sugli atteggiamenti di fede.
– un anno sulla figura di Gesù
– un anno sulla vita cristiana in famiglia.
Evangelizzazione (biennio), con un eventuale anno propedeutico. Nell’arco dei due anni si scopre la figura di Gesù:
– Gesù ci comunica una bella notizia/Gesù ci invita a seguirlo/Gesù ci dona il suo Spirito.
– fase comunitaria (vivere nell’amore del Padre ed esprimerlo nella fiducia filiale con il “Padre nostro”), attorno ai temi seguenti: Dio è amore, celebriamo l’amore donato da Dio, Pasqua l’amore più grande;
– fase esistenziale (seguire Gesù e vivere come Lui), attorno ai temi seguenti: vieni e seguimi, amate come io vi ha amati, vivere nella Chiesa.
Mistagogia (almeno due anni), così articolati:
– la domenica cristiana/la riconciliazione/la vita nuova
– il compito missionario/noi siamo Chiesa/il nostro posto nella comunità con la collaborazione o il coinvolgimento diretto di gruppi, movimenti, associazioni ecclesiali.
– E’ bene dedicare un anno alla sensibilizzazione della comunità (consiglio pastorale, catechisti, animatori…) e delle famiglie, alla preparazione dei catechisti e alla ricerca delle modalità più opportune per adattare queste proposte alla vita della comunità.
– E’ opportuno che le modifiche vengano introdotte gradualmente, partendo dal primo anno di ogni itinerario per estenderle poi agli altri anni.
– E’ infine necessario tener sempre presente che la priorità deve essere data agli adulti, ragione per cui non si può prescindere, per la realizzazione degli itinerari, dalla presenza della comunità e delle famiglie.
27 Dentro questo orizzonte sono chiamati a convergere, per quanto possibile, coloro che nella comunità ecclesiale hanno responsabilità educative. È opportuno, inoltre, che siano parte attiva tutte le associazioni e i movimenti ecclesiali impegnati nella formazione delle nuove generazioni: AC, Scout, Focolarini… e che offrano il proprio specifico apporto al progetto in segno di comunione, in particolare nella fase mistagogica.
28 Nella realizzazione di tale progetto di rinnovamento ecclesiale e della prassi dell’iniziazione alla vita cristiana delle nuove generazioni tutti gli Uffici diocesani, nel modo che riterranno opportuno, daranno il loro particolare contributo di competenza ed esperienza (dall’Ufficio per la pastorale del matrimonio e della famiglia a quello della pastorale giovanile, dalla Caritas alla liturgia…).
29 I ragazzi diversamente abili – nel rispetto dei loro ritmi e delle loro esigenze – vanno accolti con amore fraterno nei cammini di iniziazione cristiana, affiancando e sostenendo le loro famiglie13. Progressivamente anche i ragazzi figli di immigrati cattolici (di seconda generazione…), dei Centri pastorali accompagnati dall’Ufficio Migrantes, per i cammini di iniziazione cristiana cominceranno, con tutte le attenzioni del caso, ad inserirsi nelle parrocchie in cui vivono tra i loro coetanei14.