“Generare alla Vita di Fede”

PERCORSI NUOVI
 
Per la comunità
“ERANO PERSEVERANTI NELL’INSEGNAMENTO DEGLI APOSTOLI E NELLA COMUNIONE” (At 2, 42a)
 
19 Il versetto degli Atti degli Apostoli presenta le dimensioni che fondano la vita di una comunità cristiana: l’insegnamento (didachè: cioè ascolto attento e meditato della Parola annunciata dalla Chiesa), la comunione fraterna, la frazione del pane e la preghiera. È davvero interessante cercare di capire cosa Luca intenda con la parola «comunione», in greco «koinonia». Alcune volte è intesa come comunione dei beni (At 2,42 e 4,32), altre come comunione degli spiriti (At 4,32). Possiamo cercare di spiegare il senso dell’esperienza sottesa a questa parola attraverso un percorso scandito in tre tappe: la fede accolta viene condivisa; la condivisione del cammino di fede conduce a relazioni fraterne; le relazioni fraterne sfociano nella solidarietà e nella testimonianza nel mondo. Se resta vero che una comunità cristiana serve il Regno nella misura in cui pone tre segni fondamentali, l’annuncio della Parola (martyria), la celebrazione di quanto annuncia (liturgia), la testimonianza di quanto celebra (diaconia), è altrettanto vero che tutto questo si fonda su una Parola accolta e condivisa (koinonia)6.
 
20 Nella nostra Chiesa diocesana alcuni tentativi sono stati fatti in questa direzione con la proposta della giornata della Parola e con le domeniche esemplari. Nel corso di questi anni si è visto, però, che questi due momenti, invece di raggiungere, in modo preferenziale, gli operatori pastorali (gruppo pastorale e ministeriale, catechisti, animatori dei ragazzi e dei giovani, ministri della comunione, volontari caritas…), sono diventati, l’uno un momento per chi è sensibile alla lectio divina, l’altra la domenica delle famiglie nella quale coinvolgere i genitori i cui figli seguono gli itinerari di catechesi.

Per tale ragione, parlando precedentemente di cuori missionari, abbiamo suggerito una specie di “settimana della comunità” durante la quale gli operatori pastorali, liberi dai servizi in cui normalmente sono impegnati, e tutta la comunità (fidanzati, sposi, associazioni, movimenti, anziani…) possano dedicarsi all’ascolto della Parola e alla condivisione della loro fede. E’ solo una proposta: sta ai Consigli pastorali valutare se e come, nella propria realtà, può essere utile, o eventualmente trovare, in alternativa, altre forme attraverso cui recuperare la dimensione della fede accolta e condivisa.
 
21 Su quale tema riflettere in questi momenti di ascolto e condivisione? Ci sono varie possibilità: l’anno liturgico – che è l’itinerario catecumenale permanente di ogni comunità ecclesiale – con i vangeli della domenica, il piano pastorale annuale con le sue priorità, un aspetto della fede particolarmente sentita in parrocchia…

Per il corrente anno pastorale, che pone al centro l’attenzione all’iniziazione cristiana, suggeriamo – solo a mo’ di esempio – le seguenti piste.


Una fede condivisa è il fondamento di una comunità cristiana (At 2, 42-47)
La fede è contemporaneamente fonte e frutto dell’amore fraterno (1 Cor 13, 1-13)
Nell’amore si realizza l’armonia e la corresponsabilità (1 Cor 12, 1-11)
Nella corresponsabilità la Chiesa cresce come Popolo di Dio e Corpo di Cristo (Ef 4, 7-13)
Stile di ogni ministero è il servizio disinteressato (Lc 22, 24-30)
La Chiesa serve il mondo in un modo del tutto particolare con l’annuncio della Parola (At 2, 1-12)
La Parola è annunciata con coraggio anche nelle difficoltà e nelle persecuzioni (At 4, 23-31)
L’annuncio è possibile solo facendosi compagni di viaggio dell’uomo contemporaneo (At 8, 26-40).
 

Per le famiglie
“… ERANO PERSEVERANTI INSIEME NEL TEMPIO … SPEZZANDO IL PANE NELLE CASE … GODENDO IL FAVORE DI TUTTO IL POPOLO” (At 2, 46-47a)
 
22 Abbiamo fatto cenno a quanti operano, in diverse maniere, nelle nostre comunità. Ma vi sono altri giovani e adulti che, con tempi e modalità varie, frequentano le nostre parrocchie e valorizzano le numerose proposte formative rivolte a loro, tra cui quelle per i genitori dei ragazzi che seguono l’esperienza catechistica. Inoltre, si è diffusa, in questi ultimi anni, l’esperienza della catechesi familiare che vede i genitori coinvolti in modi diversi.
 
23 E per tutti gli altri? Proviamo ad esaminare il coinvolgimento dei genitori nei due itinerari che proporremo.
 
Itinerario battesimale e post-battesimale 0/6 anni
Dopo la fase battesimale
7, già ampiamente diffusa in diocesi, è bene prevedere due tappe.
Un biennio (da 1 a 2 e da 2 a 3 anni), durante il quale si propongono tre incontri annuali, genitori e bambini insieme.
Un triennio (da 3 a 4, da 4 a 5 e da 5 a 6 anni), durante il quale si propongono dai 3 ai 5 incontri annuali, con una parte dell’incontro in cui bambini e genitori sono divisi e un momento finale in cui sono insieme, valorizzando dove possibile le scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana e/o legate alla FISM locale.
 
Itinerario di introduzione alla fede e alla vita cristiana 6/14 anni
Sono previste tre fasi, che prevedono un diverso coinvolgimento dei genitori.
 
La fase della prima evangelizzazione
Dura circa due anni, preceduta da un eventuale anno propedeutico in base ad esperienze già in atto
8. È il momento in cui la partecipazione dei genitori è più consistente. Se, per esemplificare, in un anno ci sono 14 incontri, 7 sono per i soli fanciulli, 7 per fanciulli e genitori insieme. L’itinerario con le famiglie avrà al centro la figura di Gesù, con particolare attenzione al vangelo di Marco: un anno con tema la vita di Gesù, un anno le azioni di Gesù.
 
La fase catechistica e sacramentale
Prevede la celebrazione della penitenza, della confermazione e dell’eucaristia, della durata di circa tre anni
9. In questo caso la famiglia può essere coinvolta, sempre per esemplificare, nella proporzione di 1/3: se in un anno abbiamo 21 incontri, 14 possono essere per i soli fanciulli, 7 per fanciulli e genitori insieme. Tenendo presente la felice esperienza in atto in alcune parrocchie della nostra diocesi, i genitori possono essere coinvolti nella preparazione dei sacramenti, proponendo loro date diversificate, tra le quali scegliere, per prepararsi assieme alla celebrazione dei sacramenti10. Anche qui l’itinerario con le famiglie avrà al centro la figura di Gesù, approfondendone alcuni aspetti, soprattutto alla luce del vangelo di Luca: un anno con tema le parabole di Gesù, un anno gli incontri di Gesù, un anno la preghiera di Gesù.
 
La fase mistagogica
Dura 2 o 3 anni. In questo periodo, vista anche l’età dei ragazzi, è bene privilegiare il coinvolgimento della comunità introducendo alla conoscenza e all’incontro con le diverse esperienze presenti in essa (gruppi, associazioni, movimenti ecclesiali: ACR, Scout, ecc. presenti e operanti nel territorio); per i genitori si possono prevedere, con modalità diverse, almeno tre incontri all’anno, avendo sempre però l’attenzione a una pedagogia adulta nel rapportarsi con essi
11.
 

Per i bambini e i ragazzi
“INTANTO IL SIGNORE OGNI GIORNO AGGIUNGEVA ALLA COMUNITÀ QUELLI CHE ERANO SALVATI” (At 2, 47b)
 
24 Esaminiamo ora, in modo schematico, le fasi dei due itinerari proposti, delineandole nelle linee portanti. Un ulteriore sussidio darà indicazioni più dettagliate ed esaurienti.
 
Itinerari battesimale e post-battesimale
Fase 1/2 anni (biennio). Sono previsti tre incontri all’anno bambini/genitori, così articolati:
un anno sul dono della fede
un anno sugli atteggiamenti di fede.
 
Fase 3/5 anni (triennio). Sono previsti dai tre ai cinque incontri all’anno bambini/genitori, dove possibile in collaborazione con le scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana e/o della FISM, così articolati:
un anno a partire dalle domande del bambino
un anno sulla figura di Gesù
un anno sulla vita cristiana in famiglia.
 
Itinerario di introduzione alla fede e alla vita cristiana 6/14 anni
Evangelizzazione (biennio), con un eventuale anno propedeutico. Nell’arco dei due anni si scopre la figura di Gesù:
Gesù nasce per noi/Gesù parla del Padre suo/Gesù muore e risorge per noi
Gesù ci comunica una bella notizia/Gesù ci invita a seguirlo/Gesù ci dona il suo Spirito.
 
Catechesi e sacramenti (triennio). Sono previste tre fasi con la celebrazione dei sacramenti così articolate:
fase biblica (entrare nella storia della salvezza e professare il credo), attorno ai seguenti temi: Dio si è fatto uno di noi, Gesù porta a compimento le intenzioni di Dio, noi viviamo la nostra storia con Dio;
fase comunitaria (vivere nell’amore del Padre ed esprimerlo nella fiducia filiale con il “Padre nostro”), attorno ai temi seguenti: Dio è amore, celebriamo l’amore donato da Dio, Pasqua l’amore più grande;
fase esistenziale (seguire Gesù e vivere come Lui), attorno ai temi seguenti: vieni e seguimi, amate come io vi ha amati, vivere nella Chiesa.
Mistagogia (almeno due anni), così articolati:
la domenica cristiana/la riconciliazione/la vita nuova
il compito missionario/noi siamo Chiesa/il nostro posto nella comunità con la collaborazione o il coinvolgimento diretto di gruppi, movimenti, associazioni ecclesiali.
 
25 Alcune indicazione pratiche
Ove possibile, è opportuno che si proceda per gruppi di parrocchie limitrofe o, ancor meglio, coinvolgendo nel cambiamento l’intero vicariato.
E’ bene dedicare un anno alla sensibilizzazione della comunità (consiglio pastorale, catechisti, animatori…) e delle famiglie, alla preparazione dei catechisti e alla ricerca delle modalità più opportune per adattare queste proposte alla vita della comunità.
E’ opportuno che le modifiche vengano introdotte gradualmente, partendo dal primo anno di ogni itinerario per estenderle poi agli altri anni.
E’ infine necessario tener sempre presente che la priorità deve essere data agli adulti, ragione per cui non si può prescindere, per la realizzazione degli itinerari, dalla presenza della comunità e delle famiglie.
 
26 L’orientamento di fondo del progetto rimane l’ispirazione catecumenale, che si concretizza in una pluralità di modelli catechistici da seguire: quello kerygmatico, la catechesi familiare, quello esperienziale-esistenziale a seconda dell’età e della situazione dei destinatari, della sensibilità e delle scelte maturate nella parrocchia e/o unità pastorale. Si può parlare perciò di “modelli misti” nella linea non della uniformità, ma della unitarietà di indirizzo pastorale. Quanto agli strumenti e ai sussidi per gli itinerari, il riferimento sarà a quelli ufficiali della CEI12 e alle indicazioni diocesane.
 
27 Dentro questo orizzonte sono chiamati a convergere, per quanto possibile, coloro che nella comunità ecclesiale hanno responsabilità educative. È opportuno, inoltre, che siano parte attiva tutte le associazioni e i movimenti ecclesiali impegnati nella formazione delle nuove generazioni: AC, Scout, Focolarini… e che offrano il proprio specifico apporto al progetto in segno di comunione, in particolare nella fase mistagogica.
 
28 Nella realizzazione di tale progetto di rinnovamento ecclesiale e della prassi dell’iniziazione alla vita cristiana delle nuove generazioni tutti gli Uffici diocesani, nel modo che riterranno opportuno, daranno il loro particolare contributo di competenza ed esperienza (dall’Ufficio per la pastorale del matrimonio e della famiglia a quello della pastorale giovanile, dalla Caritas alla liturgia…).
 
29 I ragazzi diversamente abili – nel rispetto dei loro ritmi e delle loro esigenze – vanno accolti con amore fraterno nei cammini di iniziazione cristiana, affiancando e sostenendo le loro famiglie
13. Progressivamente anche i ragazzi figli di immigrati cattolici (di seconda generazione…), dei Centri pastorali accompagnati dall’Ufficio Migrantes, per i cammini di iniziazione cristiana cominceranno, con tutte le attenzioni del caso, ad inserirsi nelle parrocchie in cui vivono tra i loro coetanei14.
 
 
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08/09/2013