LITURGIA FUNEBRE PER DON PIERGIORGIO BELLO'(Chiesa parrocchiale di Santa Croce in Bassano del Grappa, mercoledì 9 aprile 2014)


Don Piergiorgio Bellò ha terminato la sua esistenza terrena e ha compiuto la sua Pasqua, il passaggio da questo mondo al Padre, nei giorni in cui la nostra Chiesa diocesana si sta preparando a celebrare la settimana santa, gravata dalla dolorosa notizia del rapimento dei due nostri preti ‘fidei donum’, don Gianantonio e don Giampaolo, e di una suora canadese, suor Gilberte.


Don Piergiorgio fu ordinato sacerdote nel 1958 per l’imposizione delle mani del vescovo mons. Carlo Zinato. Svolse il suo ministero pastorale come vicario, per 16 anni, a S. Antonio di Marostica e poi, come parroco,  prima a Saline di Noventa Vicentina, a Isola Vicentina e a Polegge. Dopo aver rinunciato alla parrocchia, nel 2008, per raggiunti limiti di età, continuò a prestare il suo servizio come cappellano della Casa di riposo di Isola Vicentina. Ha trascorso gli ultimi mesi della sua vita a Lusiana, amorevolmente assistito dalla Signora Maria e i nipoti di lei.


Alcune settimane fa, gli ho fatto visita insieme al Vicario generale, nella sua nuova abitazione a Lusiana. Nonostante la sua salute fosse alquanto compromessa dalla malattia in corso, siamo riusciti a costruire un dialogo sereno e familiare con la partecipazione delle persone che lo hanno accompagnato con delicatezza ed affetto fino alla morte. Ricordo, in modo particolare, la signora Maria, collaboratrice fedele e discreta lungo tutto il suo ministero pastorale, per ben 40 anni.


E ora volgiamo il nostro cuore e la nostra mente alla meditazione della Parola di Dio che abbiamo proclamato e ascoltato. Nel brano tratto dal Libro dell’Apocalisse, l’autore descrive il rinnovamento totale che tocca tanto il cielo come la terra. Quello che viene realmente modificato è la relazione fra il mondo di Dio e il mondo degli uomini. E’ quanto avviene nella morte di Cristo e quindi nella morte di ciascuno di noi.  Il mare, come segno di minaccia e di morte, non esiste più, la nostra terra, la nostra condizione umana è purificata, rinnovata, riconvertita in terra di Dio. Il Signore abiterà in mezzo a noi, sarà il nostro Dio, asciugherà le nostre lacrime ed eliminerà per sempre il dolore, la sofferenza e la morte. Come suonano di grande conforto queste parole di fronte alla morte di don Piergiorgio e di fronte alla apprensione per la sorte dei nostri missionari in Camerun. Noi siamo convinti che la nostra esistenza umana è avvolta e custodita dal Signore; è lui il principio e la fine del nostro pellegrinaggio terreno. E anche noi possiamo proclamare con il salmista: ‘Quale gioia quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore‘ (sal 121).


Il Vangelo, che abbiamo ascoltato, è come una parabola della vita di Gesù: un chicco di grano sepolto e morto nella terra per poter portare molto frutto; una vita perduta per divenire sorgente di vita eterna per molti fratelli; una morte di croce prolungata fino al turbamento interiore, sofferto e gridato, ma accettato nell’abbandono fiducioso alla volontà del Padre.


A me piace pensare don Piergiorgio avvolto nel sudario di queste pagine del mistero di Gesù: un chicco di grano che è morto nella terra del servizio ai fratelli, a imitazione di Cristo; un’anima che ha conosciuto il turbamento, come lo stiamo conoscendo anche noi in questi giorni, ma che ha trovato nella fede la forza di consegnarsi alle mani di Dio.


Ringraziamo il Signore per il dono che ci ha fatto con la vita e il ministero di questo suo servo. Noi sappiamo che, per chi muore, la vita non è tolta, ma trasformata. Noi crediamo che don Piergiorgio vive in Dio. Il Vangelo aperto sulla sua bara; il cero acceso ad indicare Gesù, luce del mondo; l’acqua battesimale con cui lo aspergeremo; l’incenso che lo avvolgerà con il suo profumo; l’Eucaristia che don Piergiorgio ha celebrato per 56 anni: sono tutti segni che ci danno la certezza che anche il suo corpo, un giorno, risorgerà.


Ora noi consegniamo l’anima di don Piergiorgio alla bontà misericordiosa di Dio. Quante volte egli ne ha parlato; quante volte ha alzato la mano nel sacramento del perdono, segno di un amore più grande di ogni miseria e di ogni peccato. Possa egli entrare nella gioia di Dio, anche per le nostre preghiere.


La Vergine Maria, la nostra Madonna di Monte Berico, tutti i santi e i beati della nostra Chiesa, gli vengano incontro festosi per accompagnarlo davanti a Dio e affidarlo alle sue mani misericordiose.


E tu, don Piergiorgio, prega per noi, prega per le persone che tanto hai servito e amato, in modo particolare per i tanti giovani ai quali hai rivolto la tua cura pastorale; prega per i nostri missionari rapiti in Camerun; prega affinché nella nostra Chiesa fioriscano numerose e sante vocazioni al sacerdozio ministeriale, alla vita consacrata e al sacramento del Matrimonio. Amen.


‘ Beniamino Pizziol


Vescovo di Vicenza