LITURGIA FUNEBRE PER DON UBALDO PENASA(Cattedrale di Vicenza, 6 novembre 2013)

Dopo aver celebrato la Santa Messa in Cattedrale in suffragio dei vescovi, dei sacerdoti e dei diaconi defunti, sabato 2 novembre, alla sera mi è giunta la notizia della morte di don Ubaldo.
In questi ultimi mesi la sua salute si era aggravata e solo una volta, nelle mie due visite, sono riuscito a scambiare qualche parola; la seconda volta ho lasciato spazio alla preghiera e alla benedizione nel nome della SS. Trinità.
Don Ubaldo è stato un sacerdote fedele e dedito al ministero pastorale, svolto con generosità e gioia. Aveva un forte senso di appartenenza alla comunità presbiterale diocesana, vissuta durante la sua vita sacerdotale ed espressa anche in una scelta particolare, contenuta nel suo testamento, dove scrive: ‘Pur avendo la tomba di famiglia nel cimitero di Montebello, preferisco che le mie spoglie mortali riposino accanto ai sacerdoti del tempo passato e del tempo futuro, proprio per la vocazione per il ministero che ci unisce‘.
Don Ubaldo aveva compreso molto bene l’importanza della comunione tra i presbiteri, non frutto di simpatie personali o di sentimenti condivisi, ma originata e sigillata dal sacramento dell’Ordine sacro.
Cerchiamo, ora, di comprendere la sua vita, il suo ministero e la sua morte alla luce della Parola di Dio, che abbiamo proclamato e ascoltato. Il profeta Isaia ci parla del banchetto, della festa senza fine, che Dio ha preparato per tutti i suoi figli.  Quante volte Gesù ha usato questa immagine nel Vangelo. Egli strapperà dal volto dei suoi figli il velo, che impediva di conoscere pienamente Dio. I Padri della Chiesa parlano dell’ ‘oscurità della fede’; ma, come dice l’Apocalisse: ‘non ci sarà più bisogno né della luce del sole né della luce della lampada, perché vedremo Dio, faccia a faccia; sarà lui stesso a illuminarci‘ (22, 4-5). Allora Dio eliminerà la morte per sempre, come ha fatto con suo Figlio Gesù, risuscitandolo, asciugherà lui stesso le lacrime sul loro volto, come fa un padre con i suoi figli. Mentre i salvati diranno: ‘Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato: rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza‘.
Don Ubaldo, ora, lo pensiamo nella luce di Dio. E proprio perché lo pensiamo vicino a Dio, crediamo di averlo ancor più vicino a noi. Abbiamo letto il vangelo di Luca, che proclama la morte e la risurrezione di Gesù: un evento di salvezza che, nell’Eucaristia, diviene realtà attuale per noi: ‘Questo pane è il mio corpo dato per voi‘, ‘Questo calice è il mio sangue versato per voi e per tutti‘. L’Eucaristia, che stiamo celebrando, è il mistero della fede, ma è anche mistero di infinita consolazione. Nutrendoci del Corpo e del Sangue di Cristo, noi formiamo una cosa sola con lui. Se lui è morto per noi, anche la nostra morte ha senso, come ha avuto senso la sua. La fede, addirittura, ci dice che, grazie a Gesù che vive in noi, la nostra morte è una pasqua, un passaggio da questo mondo al Padre. Se il crocifisso è risorto, anche noi risorgeremo con lui.
Don Ubaldo ha celebrato per quasi 70 anni, ogni giorno, l’Eucaristia. Era stato ordinato il 25 giugno 1944 nel Tempio Ossario di Bassano del Grappa, ‘tempore belli‘, insieme ad altri 27 compagni. E’ mirabile la grandezza di una vita che, per tanti anni, celebra ogni giorno l’evento più grande della storia: la morte e risurrezione di Gesù di Nazaret.  Per un prete la S. Messa è l’atto più importante e decisivo della sua giornata: è il pane che dà forza, dà senso al faticare, al soffrire; sostiene nelle esperienze di amarezza e di delusione, proprie di ogni padre, e il prete è padre e pastore del popolo di Dio a lui affidato dal vescovo.
Don Ubaldo era un appassionato di musica sacra e, finché la salute glielo ha permesso, ha accompagnato i canti con l’armonium nella comunità dei preti residenti nella Casa Novello ‘ San Rocco.
Desidero inserire, a questo punto, la testimonianza inviatami dalla Madre generale delle Suore Dorotee, presso le quali don Ubaldo svolse il suo ultimo servizio pastorale. Scrive la Madre: ‘Eccellenza Reverendissima, a Lei, come Padre della Chiesa vicentina, a tutti i Confratelli di don Ubaldo Penasa, vogliamo far pervenire il cordoglio profondo per la scomparsa di un uomo e di un fratello che era seminatore di pace’. Amante dell’amicizia, ha mantenuto sempre rapporti cordiali con le Suore che l’hanno conosciuto e apprezzato. Per questo vogliamo condividere con la famiglia diocesana il lutto per questo caro compianto Sacerdote che per anni ha animato il nostro ambiente spirituale”Quelle (suore), anziane e malate, che lui, con un carisma particolare di dolcezza, di sapienza e di discrezione, ha accompagnato al Cielo sono una schiera che, penso, sarà andata ad accoglierlo per introdurlo nell’assemblea dei Santi. Le conosceva una ad una. Le anziane Suore Infermiere ricordano la paterna tenerezza con cui anche di notte si alzava più volte, per stare vicino ad una sorella morente, alleviarne le fatiche spirituali con il conforto della preghiera e della benedizione religiosa. E per questa fedeltà al servizio, le accompagnava con qualunque tempo fino all’ultima dimora‘.
Tra poco consegneremo alla sepoltura il corpo di questo nostro fratello sacerdote. Noi crediamo che la sua anima vive già in Dio; sappiamo pure che anche il suo corpo, un giorno, risorgerà. Come sigillo di questa nostra fede, abbiamo posto sulla sua bara il vangelo della risurrezione. Aspergeremo le sue spoglie mortali con l’acqua benedetta e le incenseremo, profumandole, come fece Maria con i piedi di Gesù e come pensavano di fare le donne con il corpo morto di Gesù.
Preghiamo per don Ubaldo, affidiamolo all’intercessione della Vergine Maria, la nostra Madonna di Monte Berico. E mentre preghiamo per lui, gli domandiamo di intercedere per noi presso il Signore, come in tutta la sua vita ha fatto, per coloro che gli erano stati affidati.
E tu, don Ubaldo, riposa in pace. Prega per la Chiesa di Vicenza, che ti ha generato alla fede e al ministero; prega per le comunità parrocchiali che hai servito con fedeltà e amore, affinché il Signore susciti in esse il dono di sante vocazioni al ministero sacerdotale, alla vita consacrata e al sacramento del Matrimonio. Amen.