LITURGIA FUNEBRE PER IL CARDINALE AGOSTINO CACCIAVILLAN (Chiesa di Arzignano; mercoledì 9 marzo 2022; h.10.00)

Dopo la solenne celebrazione delle Esequie del nostro caro amico e fratello, il Cardinale Agostino Cacciavillan, presso l’altare della Cattedra della Basilica di San Pietro, oggi accogliamo il suo corpo mortale in questa Chiesa di Ognissanti, ad Arzignano, dove ricevette la prima comunione dall’arciprete Riccardo Rizzetti, la cresima dal Vescovo mons. Ferdinando Rodolfi e dove celebrò la sua prima Messa il 29 giugno 1949, dopo l’ordinazione presbiterale dalle mani del Vescovo mons. Carlo Zinato, il 26 giugno dello stesso anno.
È tornato nella sua Diocesi di origine, che ha onorato, con il dono di tutta la sua vita a Cristo e alla Chiesa, con amore, discrezione, in spirito di servizio e di umiltà.
È stato formato nel nostro seminario, fin dalla scuola media; seminario che ha sempre amato e al quale ha voluto lasciare tutti i suoi numerosissimi libri.
Dopo l’ordinazione presbiterale ha esercitato il suo ministero per tre anni nella parrocchia di Santa Maria in Colle a Bassano del Grappa, sotto la guida illuminata di mons. Negrin, futuro Vescovo di Ravenna.
Il Vescovo Carlo Zinato, fedele a una consolidata e ininterrotta tradizione, tuttora viva, nella chiesa di Vicenza, quella di scegliere alcuni suoi preti per studiare nelle università pontificie con la disponibilità a offrirli anche per il servizio della Chiesa Universale, lo inviò a Roma nel mese di ottobre del 1952 per intraprendere gli studi di scienze sociali, a cui si aggiunsero gli studi di giurisprudenza e di diritto canonico, sostenuti con intelligenza vivace e con tenacia esemplare, conseguendo ottimi risultati. Compiuti gli studi, iniziò il suo lungo e onorato servizio alla Chiesa Universale, come segretario di Nunziatura Apostolica, come collaboratore nella Segreteria di Stato e come Nunzio Apostolico in quattro continenti: in Asia (India e Nepal), in Africa (Kenya e Seychelles), in Europa (Madrid e Lisbona), in America (Stati Uniti).
Fu anche Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e membro delle Congregazione per i Vescovi, per l’Evangelizzazione dei Popoli e delle Cause dei Santi.
E ora vogliamo comprendere la vita, il ministero presbiterale ed episcopale del Card. Agostino alla luce della Parola di Dio che ho scelto per questa Celebrazione Eucaristica di congedo, di commiato. Sono le stesse letture proclamate nella festa di San Marco (25 aprile) l’evangelizzatore e il Patrono delle nostre Genti Venete.
Nella conclusione del suo Vangelo, Marco ci offre le ultime disposizioni di Gesù agli apostoli e ai suoi discepoli, prima della sua Ascensione al Cielo:
“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”, e
aggiunse:
“Essi partirono e predicarono dappertutto”.
Come non individuare nella catena ininterrotta di questi evangelisti lungo il corso dei secoli, anche la missione del Card. Agostino.
Nunzio Apostolico è colui che viene incaricato ad annunciare il Vangelo di Cristo (Nunzio) nella successione apostolica, per rappresentare il Papa nelle chiese locali, diffuse in tutto il mondo.
Ha il compito di celebrare le cresime, l’ordinazione dei diaconi, dei preti e dei vescovi. Cura i rapporti con le altre chiese cristiane e con le altre religioni. Rappresenta il Papa presso i governi, sceglie i candidati da presentare al Papa per la nomina all’episcopato.
Nel Vangelo di Marco abbiamo anche letto che gli evangelisti e i predicatori saranno accompagnati da segni particolari: libereranno le persone dal male, guariranno i malati e saranno protetti da ogni pericolo. Quante persone ha incontrato il Vescovo Agostino! Quanti problemi, fatiche, pericoli ha incontrato nel suo ministero di Nunzio Apostolico! È sufficiente ricordare l’uccisione del primo ministro, Indira Gandhi, nel 1984, mentre era Nunzio Apostolico in India, oppure la questione di alcuni preti indiani che sostenevano un’ingerenza del governo nella nomina dei Vescovi.
Il brano della prima lettura di San Pietro Apostolo ci riporta le raccomandazioni conclusive rivolte ai cristiani delle chiese sparse nel territorio dell’Impero Romano, ecco le sue parole:
“Carissimi, umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti al tempo opportuno, riversando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi”.
Il motto episcopale del Vescovo Agostino era “In virtute Dei” (nella potenza di Dio), che riecheggia – come egli spiegava – l’espressione dell’Apostolo Pietro, affermando che è la potenza di Dio ad agire nei suoi ministri e riconoscendo che è Dio a salvare il mondo con la nostra collaborazione.
San Pietro nel brano che abbiamo ascoltato parla dei suoi collaboratori, con parole cariche di gratitudine e di affetto, parla di Silvano come un ‘fratello fedele’ e definisce “Marco, figlio mio”. Mons. Agostino ha svolto il suo servizio alla Santa Sede, accanto a ben sette Papi successori di Pietro.
Arrivò a Roma quando la Chiesa era guidata da Papa Pio XII (1939-1958). A Pio XII succederà Papa Giovanni XXIII (1958-1963), mentre lui era segretario di nunziatura nelle Filippine.
Dopo la morte di Giovanni XXIII viene eletto papa Paolo VI (1963-1978). A lui Agostino era particolarmente grato, ricordando il lavoro svolto in Segreteria di Stato, la nomina a Vescovo il 28 gennaio 1976 e come nunzio apostolico in Kenya e alle Seychelles.
A Montini succederà per 33 giorni un papa veneto, Albino Luciani, Giovanni Paolo I (16 agosto 1978-28 settembre 1978), che sarà proclamato Beato fra qualche mese. Mentre era nunzio apostolico in Kenya, venne eletto papa, il polacco Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II (1979-2005), che poi lo trasferirà alla nunziatura in India (1981) e negli Stati Uniti (1990). Sarà proprio Wojtyla a crearlo cardinale il 21 febbraio 2001. Partecipò al conclave che elesse papa Benedetto XVI il 19 aprile 2005. Dopo la sua rinuncia il 28 febbraio 2013, venne eletto il 13 marzo Papa Francesco.
Papa Francesco ha espresso la sua vicinanza e il suo cordoglio con queste parole:
“Penso a questo fratello che ha profuso i tanti talenti ricevuti per il bene della Chiesa, con dedizione esemplare e accortezza di pensiero, penso ai numerosi incarichi, svolti con grande competenza, infaticabile abnegazione e gioviale apertura d’animo”.
Anch’io vorrei ricordare il Card. Agostino, con riconoscenza e affetto. Ogni anno, nel mese di maggio, durante l’Assemblea Generale della CEI, che si teneva nell’aula del Sinodo, in Vaticano, mi recavo nella sua abitazione, situata dentro all’aula Paolo VI, lì venivo sempre accolto con affabilità dal cardinale, e dalle due suore indiane del Kerala, Suor Rita e Suor Salet, che ringrazio di cuore.
Mi intrattenevo a lungo parlando della nostra Diocesi di Vicenza, su cui era molto informato, attraverso la lettura del settimanale diocesano “La Voce dei Berici”. Aveva una sana curiosità, che esprimeva il suo desiderio di essere fedele alle sue origini vicentine, mantenendo sempre un profondo rispetto della chiesa diocesana, incoraggiandomi in modo fraterno e sapiente. Posso affermare che era un prete, un vescovo, un cardinale innamorato della Chiesa e della sua missione nel mondo, un fine diplomatico, sempre discreto e misurato, attento ascoltatore dei suoi interlocutori.
Il Card. Cacciavillan era molto legato ad Arzignano, si informava sempre delle vicende di questa popolazione così intraprendente e generosa, sia attraverso il bollettino parrocchiale, sia attraverso telefonate ai parenti, a cui era molto riconoscente e agli amici. Amava dire: “Quando torno ad Arzignano mi sento a casa per due ragioni: perché qui ho trascorso gli anni della mia infanzia e adolescenza e perché ritrovo il volto degli africani e degli asiatici (riferendosi al periodo delle nunziature apostoliche in Africa e in Asia). Ha mantenuto legami di vicinanza anche con l’archivio e il museo diocesano ed è stato accademico olimpico dal 1990.
Tra poco consegneremo al sepolcro il corpo del vescovo Agostino. Noi sappiamo che il nostro corpo mortale è stato unito a Gesù nel Battesimo e quindi è destinato alla risurrezione alla fine dei tempi. Questa è la nostra fede, questa è la fede della chiesa.
Preghiamo insieme la Vergine Maria, la nostra Madonna di Monte Berico, perché insieme ai Santi e ai Beati della nostra Chiesa di Vicenza gli vengano incontro festosi e lo accompagnino a Dio, Padre buono e misericordioso, nella sua dimora di luce e di pace.
E tu, caro vescovo Agostino, prega per noi, per la nostra Diocesi, perché fioriscano in essa vocazioni al Sacramento del Matrimonio, alla Vita Consacrata e al Ministero Sacerdotale.
Rinnoviamo la nostra fede nel Signore Gesù, che ci ha detto:
“Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me anche se muore vivrà, e chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” (Gv 11,23). Amen!

† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza