OMELIA nella celebrazione Eucaristica con l’inizio del servizio dei Vicari generali ed episcopali, dell’Economo e del Direttore dell’Ufficio amministrativo 1 settembre 2023

Chiesa del Centro Diocesano Onisto, 1 settembre 2023

 

Letture: 1Ts 4,1-8; Sal 96; Mt 25,1-13

 

La prima lettera ai Tessalonicesi ha come autori Paolo, Silvano e Timoteo, tre evangelizzatori coinvolti nella nascita della comunità ecclesiale di Tessalonica.

Il brano che abbiamo ascoltato, tratto dal capitolo quarto, inizia presentando alcune istruzioni utili che proseguiranno nel resto della lettera. Con quale scopo?

I primi versetti lo indicano chiaramente: vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire ulteriormente nel modo di camminare e di piacere a Dio che avete appreso da noi e che avete fatto vostro. I tre missionari invitano a continuare il cammino con una vita ancora più centrata su ciò che piace a Dio. Dunque c’è già un processo avviato dal momento in cui alcuni hanno accolto il Vangelo e sono riuniti in comunità. Ma qui si sottolinea che deve essere allontanato qualsiasi fenomeno di regresso come pure qualunque fase di ristagno. Ciò che è permesso alla comunità è soltanto avanzare nel cammino di accoglienza dell’opera di evangelizzazione, con la testimonianza di Paolo, Silvano e Timoteo – i tre missionari.

Nei versetti successivi, rendono più esplicita l’espressione ciò che piace a Dio. Questa, infatti è la volontà di Dio, la vostra santificazione. Viene indicata la santità di Dio quale fonte del cammino della vita cristiana. Una santità che giunge all’uomo mediante lo Spirito Santo,  un dono di Dio rivolto a coloro che accolgono il Vangelo.

E questa santità si realizza con il rispetto di sé e degli altri. Il rispetto del proprio corpo, di tutta la propria persona e dell’altrui corpo, cioè di tutta la sua persona, uomo o donna che sia. Il proprio e l’altrui corpo non può essere ridotto a oggetto, perché è mediante il corpo che si manifesta il mistero della vita di ciascuno ed è nel proprio corpo, nell’integrità della propria persona uscita dalle mani di Dio e dal suo soffio vitale, che si sperimenta l’amore di Dio. È un invito che i tre evangelizzatori offrono con molta delicatezza. E viene sottolineato che questo nuovo modo di vivere la relazionalità con se stessi e con gli altri non è frutto di uno sforzo eroico da mettere in atto e non è neppure un impoverimento della propria natura umana. Si tratta piuttosto dell’effetto dello Spirito Santo di Dio nella vita dei credenti. Perciò è frutto dell’assecondare quel «processo interiore avviato nel cuore dei credenti dallo Spirito che è stato effuso in loro con il battesimo e che ha posto in loro la sua dimora» (R. Manes, Le lettere di Paolo, Milano 2020). Si tratta anche in questo caso di camminare secondo lo Spirito.

E con il Vangelo, possiamo avere molto chiaro che il cammino dei singoli credenti riuniti in comunità è andare incontro allo sposo. La gioia di andare incontro allo Sposo. Con tutte le tentazioni del caso come quella di impazientirsi nell’attesa e distrarsi dedicandosi ad altre occupazioni.

Possiamo raccogliere la ricchezza di questa parola rivolta a noi che siamo qui riuniti per accogliere la professione di fede dei nuovi vicari i quali oggi iniziano il loro servizio, insieme al nuovo economo, al direttore dell’ufficio amministrativo e al direttore dell’ufficio beni culturali e arte sacra.

Se è del tutto indebito applicare il numero tre degli evangelizzatori ai tre nuovi vicari, non è fuori luogo accogliere l’appello che il loro ministero che è strettamente unito a quello del vescovo sia un ministero di evangelizzazione. Che, in primis, siamo chiamati nel far crescere la comunione con il camminare secondo lo Spirito di ciascuno di noi. I servizi di Curia con i relativi uffici non sono per moltiplicare ciascuno le proprie iniziative, bensì per creare quella comunione così necessaria all’opera missionaria di evangelizzazione alla quale siamo tutti chiamati.

Il cammino di rinnovamento ecclesiale riguarda innanzitutto noi, lasciandoci istruire e ispirare costantemente dallo Spirito Santo. Quello Spirito che ci parla, come Chiesa, attraverso il discernimento comunitario alimentato dalla conversazione secondo lo Spirito. È un camminare insieme, avendo la pazienza che tutti siano coinvolti, perché nel cuore dei credenti abita lo Spirito.

Infine, quel tratto di gentilezza con il quale i tre evangelizzatori istruiscono la comunità di Tessalonica, possa accompagnare anche il nostro servizio quotidiano. Gentilezza «come attenzione a non ferire con le parole o i gesti, come tentativo di alleviare il peso degli altri. Comprende il “dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano”, invece di “parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano” (Francesco, Fratelli tutti, n. 223).

Maria, ci accompagni e ci assista, con la delicatezza del suo invito Fate quello che lui vi dirà.

† vescovo Giuliano