OMELIA nella celebrazione Eucaristica di apertura del Tempo ecumenico del Creato nella XXII domenica del tempo ordinario Duomo di Cologna Veneta, 2 settembre 2023

Letture: Ger 20,7-9; Sal 62; Rm 12,1-2; Mt 16,21-27

 

Prima di ascoltare le letture della Sacra Scrittura abbiamo invocato dal Signore una grazia: O Padre, che guardi con amore i tuoi figli, ispiraci pensieri secondo il tuo cuore, perché non ci conformiamo alla mentalità di questo mondo, ma, seguendo le orme di Cristo, scegliamo sempre le vie che accrescono la vita.

Abbiamo voluto iniziare questo Tempo ecumenico del Creato presso un territorio gravemente ferito dall’inquinamento dell’acqua. Siamo qui per ascoltare il battito del cuore del creato, come le madri ascoltano il battito del cuore del bambino che portano in seno. Ascoltare il battito del cuore del creato è ascoltare il battito del cuore di Dio dalle cui mani è uscito, con straordinaria bellezza, il nostro pianeta. È molto suggestivo l’invito di papa Francesco: ascoltare il battito del cuore del creato è abbeverarsi ad un fiume possente dal quale molti uomini e donne vengono esclusi, perché vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica. Anche in questo territorio ci sono molte vittime di una insensata guerra al creato.

Infatti, il consumismo rapace, alimentato da cuori egoisti, sta stravolgendo il ciclo dell’acqua del pianeta. Come in molte parti del mondo anche qui industrie predatorie hanno inquinato le fonti di acqua potabile. «“Sorella acqua”, come la chiama San Francesco, viene saccheggiata e trasformata in “merce soggetta alle leggi del mercato”» (Francesco, Laudato si’, n. 30).

Noi abbiamo il compito di non conformarci a questa mentalità mondana che è una mentalità predatoria nei confronti del creato. Come ha affermato papa Francesco nel Messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, «è molto quello che si può  fare!, se, come tanti ruscelli e torrenti, alla fine insieme confluiamo in un fiume potente per irrigare la vita del nostro meraviglioso pianeta e della nostra famiglia umana per le generazioni a venire» (13 maggio 2023). E aggiunge: Uniamo le nostre mani e compiamo passi coraggiosi affinché la giustizia e la pace scorrano in tutta la Terra.

Sono tre le indicazioni che ci vengono offerte per scegliere le vie che accrescono la vita e non la mortificano o sopprimono: «decidere di trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società».

Innanzitutto la trasformazione dei cuori. In altre parole è necessaria una conversione ecologica ritrovando il rapporto originario con il creato quello stesso di Dio: e vide che era cosa buona. La capacità di “guardare” i gigli del campo con occhi di stupore. Solo questo ci permette di vincere la tentazione di considerare il creato come oggetto da sfruttare. È una conversione ecologica che ci chiede il rispetto «su quattro vie: verso Dio, verso i nostri simili di oggi e di domani, verso tutta la natura e verso noi stessi». Impariamo a pregare non solo in casa o in chiesa, ma pure nella “grande cattedrale del creato” così siamo ricondotti al grande Artista che con tanto amore ha posto nelle nostre mani tanta bellezza.

Una seconda via che accresce la vita è la trasformazione dei nostri stili di vita. Il Patriarca Ecumenico Bartolomeo ha invitato i cristiani a riconoscere i “peccati ecologici” e a pentirsi. Sono una grave offesa a Dio e hanno conseguenze verso il prossimo. «Con l’aiuto della grazia di Dio, adottiamo stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto [come in questo territorio] i processi di produzione [sono stati] tossici e insostenibili. Cerchiamo di essere il più possibile attenti alle nostre abitudini o scelte economiche, così che tutti possano stare meglio: i nostri figli» che a causa dell’inquinamento Pfas delle acque sembrano impossibilitati ad avere figli.  Pratichiamo una gioiosa sobrietà, smaltendo i rifiuti e ricorrendo a prodotti e servizi “ecologicamente e socialmente responsabili”.

Infine, una terza via, perché il potente fiume della giustizia e della pace possa scorrere e far crescere la vita, è la trasformazione delle politiche pubbliche. Un esempio lo abbiamo con il coraggio di madri che, avendo a cuore i propri figli, si stanno impegnando per coinvolgere le autorità civili ed economiche nell’affrontare l’inquinamento delle acque causato dai Pfas. Ma vorrei ricordare anche l’impegno di alcuni giovani che hanno speso parte del loro tempo estivo per andare incontro ai poveri presenti in varie parti del mondo ed avere consapevolezza delle politiche economiche che favoriscono per pochi ricchezze scandalose e per molti condizioni di degrado. Papa Francesco ha parlato dell’enorme “debito ecologico” che le Nazioni più ricche hanno accumulato nei confronti dei Paesi poveri (cf Laudato si’, n. 51).

«In questo Tempo del Creato, come seguaci di Cristo nel nostro comune cammino sinodale, viviamo, lavoriamo e preghiamo perché la nostra casa comune abbondi nuovamente di vita. Lo Spirito Santo aleggi ancora sulle acque e ci guidi a «rinnovare la faccia della terra» (cfr Sal 104,30)» (Papa Francesco).

† vescovo Giuliano