OMELIA nella S. Messa di suffragio per i Caduti in guerra
Chiesa di S. Michele in S. Maria in Foro, 4 novembre 2024
Letture: 2Mac 12,43-46; Sal 142; Mt 5,1-12
Le Forze Armate, in ricordo della fine della Prima Guerra Mondiale e della raggiunta Unità Nazionale, onorano il sacrificio di oltre seicentomila Caduti e di tante altre migliaia di feriti e mutilati.
Come è stato scritto: «Il significato del ricordo della Grande Guerra non è quello della celebrazione di una vittoria, o della sopraffazione del nemico, ma è quello di aver difeso la libertà, raggiungendo una unità tanto difficile quanto fortemente voluta» (https://www.difesa.it [accesso: 4/11/2024]).
Nel secondo libro dei Maccabei si narra di un gesto di pietà nei confronti dei Caduti in guerra a difesa del popolo giudaico oppresso da una persecuzione religiosa ad opera di Antioco Epìfane.
L’autore ispirato annuncia che «Dio è vicino ai Giudei: li punisce con la persecuzione per l’empietà dei sommi sacerdoti e perché molti di loro hanno dimenticato le tradizioni dei padri, ma è costantemente al fianco di Giuda, l’uomo chiamato alla lotta contro gli empi. Di particolare rilievo è la fiducia, espressa negli episodi di martirio, nell’esistenza di una vita dopo la morte, di una risurrezione a vita eterna, che è anche corporea. Questa vita può essere ottenuta anche grazie alle preghiere d’intercessione dei vivi» (Introduzione Bibbia CEI 2008).
Si tratta di una visione non ancora completa della rivelazione cristiana. Infatti nel Nuovo Testamento non c’è alcuna azione di condanna a morte da parte di Gesù, il Figlio di Dio. Al contrario, Egli ha preferito subire ingiustamente la condanna a morte per manifestare l’immensità dell’Amore di Dio capace di perdono dei nemici.
Questo è l’insegnamento che Gesù ha consegnato ai suoi discepoli, come nuovo Mosè sul monte: Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Ai nostri orecchi sembra una beatitudine assurda: rallegrarsi per il fatto di essere perseguitati. Ma la motivazione della persecuzione è molto chiara: per causa mia. Si tratta di una adesione nella fede a Cristo che ha introdotto in questo nostro mondo quella che papa Paolo VI chiamò civiltà dell’amore contro ogni forma di oppressione, violenza, guerra, distruzione.
Gesù chiese a Simon Pietro di rimettere la spada nel fodero quando vennero ad arrestarlo nell’orto degli ulivi. Questa è la prospettiva alta del Vangelo che propizia la cultura della non violenza.
Noi oggi, celebriamo questa Eucaristia, per tutti i caduti della Grande Guerra. Sentiamo ancora vive le lacrime delle madri di questi fratelli che hanno perso la vita in guerra. Sentiamo vivo il dolore delle giovani spose, dei figli e delle figlie che hanno lasciato orfani. E vogliamo pregare che quanti hanno speso la vita per l’unità e la libertà del nostro Paese, possano ricevere in eredità la vita eterna.
Siamo pure consapevoli che qualche colpa l’hanno commessa per la fragilità della condizione umana. Quanti sono qui presenti e credono nella forza risanatrice dell’intercessione, si uniscano all’offerta di Cristo al Padre che si rinnova su questo altare, e i numerosi caduti in guerra siano purificati dalle loro colpe e possano partecipare con il sacrificio della loro vita al sacrificio di Cristo risorto che vive in eterno.
Siamo convinti che un giorno risorgeranno con i loro corpi, non più con in mano armi letali, bensì recando l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, come indica l’apostolo Paolo (cf Ef 6,17).
Dio del cielo, Padre dell’Umanità e Signore della Pace la tua potenza rifulge nell’armonia del creato e la tua misericordia riempie il cuore di ogni uomo di buona volontà.
Ti preghiamo di accogliere nella tua luce le anime di tutti coloro che sono morti a causa della violenza, delle guerre e dell’odio.
Fa’ o Signore che ognuno di noi senta con gratitudine il senso e la grandezza del loro sacrificio e un sentimento di cristiana pietà verso coloro che hanno immolato la loro vita nei campi di battaglia e di sterminio, o nell’esercizio del loro dovere.
La loro immolazione Sia un severo monito perché sappiamo conservare per la nostra Nazione il prezioso dono della libertà e ottenere per l’intera umanità quello incommensurabile della pace. Sia il ricordo di tutti i caduti un comune riferimento per la nostra società civile, affinché operando tutti in concorde unità di pensiero e d’azione ci sforziamo d’avanzare sempre sulle vie del bene.