OMELIA NELLA S. MESSA NELLA NOTTE DI NATALE Cattedrale di Vicenza, 24 dicembre 2023

OMELIA NELLA S. MESSA NELLA NOTTE DI NATALE

Cattedrale di Vicenza, 24 dicembre 2023

Is 9,1-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14

L’apostolo Paolo, rivolgendosi a Tito, un uomo di origine greca, pagano di nascita, probabilmente battezzato da Paolo, incaricato di missioni delicate, ci offre una buona notizia: È apparsa la grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini! Vi son quattro perle preziose in questo annuncio: apparsa – grazia – salvezza – tutti. Quattro parole dense di storia biblica e di straordinaria attualità.

La manifestazione – l’epifania

È apparsa, si è resa visibile. È in una notte come quella che stiamo vivendo che si è manifestata la Luce. Colui che era invisibile si è fatto visibile. Dio nella sua infinita bontà ha deciso di manifestarsi (epifania), di farsi vedere, come quando dall’oscurità della notte si passa al nuovo giorno: finalmente posso vedere. Lo ricorda l’evangelista Giovanni: Dio, nessuno lo ha mai visto: l’Unigenito, che è Dio ed è rivolto verso il seno del Padre, è lui che ce ne ha dato la narrazione (1,18); e noi ascoltando il suo racconto possiamo con i nostri occhi riconoscerlo, come ha potuto vederlo Francesco d’Assisi 800 anni fa celebrando la Messa nella grotta di Greccio, per rivivere più da vicino quanto era accaduto a Betlemme. L’ha riconosciuto in un bambino e con la sua predicazione piena di fede ha ridonato vita a quel Gesù che in tante anime lì presenti era moribondo o del tutto morto.

La grazia

Dio ha deciso di rendersi visibile mediante un’azione totalmente gratuita, gratis. E quando un’azione è gratuita è propriamente un dono. Noi spesso utilizziamo le parole in modo ambiguo. Chiamiamo regali quelli che ci facciamo reciprocamente. Credo sia capitato a tutti di fare un regalo interessato, allo scopo di ottenere qualche cosa di utile a noi. Ma i veri regali sono quelli che riceviamo senza averli chiesti: uno di questi tutti noi l’abbiamo ricevuto ed è la vita. Un dono che non ha prezzo. Ha un valore inestimabile. Appena ci fermiamo a considerarlo: quanto stupore!

Dio ha creato l’uomo e la donna e in loro ha posto il soffio vitale, il respiro che permette di godere la vita. Tuttavia fin dall’inizio, con il rapporto geloso di Caino verso Abele, l’uomo stesso ha introdotto la violenza nel mondo fino al punto da eliminare suo fratello. La terra, in molte parti del mondo, continua ad essere bagnata dal sangue della cattiveria umana.

Dio non si arrende di fronte a tanta cattiveria presente nel mondo. E anche oggi consegna gratuitamente, senza pretese di essere ricambiato, il suo Figlio. È difficile per noi comprendere un dono così gratuito. La nostra mente calcolatrice vacilla. Per questo abbiamo bisogno di fermarci in silenzio davanti al mistero del Bambino di Betlemme deposto appena nato in una mangiatoia di animali.

Che porta salvezza

Dio ha voluto che il suo amore gratuito irrompesse nella storia e avesse un volto. Il volto di Gesù, il Figlio. Oggi è nato per noi il Salvatore. Infatti l’entrare nel mondo dell’amore di Dio con il volto di un uomo ha provocato cambiamenti straordinari. Il Dono che come luce si irradia sugli uomini produce guarigioni, liberazioni, conversioni, miracoli. Chi accoglie il dono gratuito di Dio non rimane più come prima. Gli viene offerta la possibilità di passare dalla paura alla fiducia, dalla tristezza alla gioia, dalla condizione mortale alla vita in pienezza. Tutto questo si può raccogliere in una parola molto adoperata nella bibbia ma avvertita lontana dal nostro vocabolario esistenziale: la parola salvezza. L’apparire del dono di amore di Dio nell’umanità di suo Figlio, è offerta di salvezza.

A tutti gli uomini

Ma vi è ancora una sottolineatura dell’apostolo. Il Figlio di Dio è entrato nella storia all’interno di un popolo preciso: il popolo di Israele che era in attesa del Messia. Ma quel dono straordinario non venne dato per rimanere chiuso all’interno del popolo eletto. La vita in pienezza, la vita salvata dalla schiavitù della paura di perderla, è per tutti gli uomini. Noi siamo abituati a fare distinzioni tra chi è dentro la chiesa e chi è fuori da essa, buoni e cattivi, utili alla società e quelli da scartare. Dio no! Non fa alcuna distinzione offre gratuitamente la vita in pienezza a tutti, proprio a tutti. Anche a noi, in questa notte.

Questa grazia è Cristo

Questa grazia che ha brillato nella storia e salva tutti gli uomini non è un’idea astratta. È molto concreta. È Cristo che nasce nella notte per rischiarare con la sua vita le tenebre presenti nel mondo. È Cristo che insegna come rinunciare ad una vita malvagia tutta centrata sui propri bisogni di realizzazione personale per aprirsi alla condivisione con il prossimo mediante una vita sobria che cerca giustizia ed equità, animata dall’aver riconosciuto il Dio con noi. «La vita del credente è una vita ricca e piena perché si svolge tra la grazia dell’incarnazione del Figlio di Dio e la gloria dell’incontro ultimo con lui» (Rosalba Manes).

Veniamo tutti qui a Betlemme, il cui nome significa “casa del pane”, c’è una greppia di animali, non per dare cibo a loro, bensì per la nostra fame di vita in pienezza che solo quel piccolo Bambino, presenza divina, è in grado di offrirci.

† vescovo Giuliano