OMELIA nella Solennità della Madre di Dio, 56^ Giornata Mondiale della Pace Vicenza – Monte Berico, 1 gennaio 2023

Letture: Nm 6, 22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21

 

All’inizio della celebrazione

Sotto lo sguardo materno di Maria e protetti dal suo manto, qui a Monte Berico invochiamo lo Spirito Santo per il cammino che ci attende nel nuovo anno come Popolo santo di Dio che è in Vicenza. E insieme ai Servi di Maria che custodiscono questo santuario apriamo il nuovo anno con lo sguardo rivolto al Giubileo della Chiesa universale che inizierà nel Natale del 2024 fino all’Epifania del 2026 quando entreremo nel Giubileo speciale per i 600 anni di questo Santuario.

 

 

Maria custodiva tutto lo stupore per la nascita del Figlio, meditando queste cose nel suo cuore

Maria ci insegna all’inizio del nuovo anno l’atteggiamento tanto necessario alla nostra vita quanto raro in questo nostro tempo. Noi siamo talora travolti dalla frenesia per le tante cose che siamo chiamati a fare ogni giorno. La capacità creativa e laboriosa di noi veneti è nota.

Ma per una vita dignitosa e felice noi abbiamo bisogno di imparare da Maria. Maria custodiva tutto lo stupore per la nascita del Figlio, meditando queste cose nel suo cuore. I momenti di raccoglimento, di silenzio, del rientrare in noi stessi per accorgerci di ciò che stiamo vivendo, di ciò che ci viene donato, ogni giorno, grazie alla generosità di tante persone vicine e lontane.

Gli incontri che vivremo, le fatiche che saremo chiamati ad affrontare, il lavoro nella sua quotidianità o lo studio e la ricerca per alcuni, che senso hanno nella nostra esistenza? Che valore hanno? Che cosa riceveremo concretamente in questo nuovo anno? Qualcuno potrebbe obiettare: è meglio non pensarci! Quando ci ha sorpreso nel 2020 la pandemia nessuno l’aveva neppure immaginato. E quando a fine febbraio dell’anno scorso è scoppiata una nuova guerra alle porte dell’Europa, forse qualcuno se l’aspettava? Se dunque stiamo alla cronaca è meglio non guardare troppo avanti, perché sembra che il futuro ci riservi solo malanni.

 

Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto

La parola di Dio che abbiamo non solo ascoltato bensì pregato, ci offre una prospettiva differente. Abbiamo chiesto insieme poco fa: Dio abbia pietà di noi e ci benedica. E il salmista ha continuato: su di noi faccia splendere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti.

Guardando al nuovo anno abbiamo chiesto a Dio che abbia tanta misericordia di noi e ci doni la sua benedizione. E in quale modo ci rivolge la sua benedizione?

Ecco il secondo aspetto molto importante: facendo splendere il suo volto su di noi. Nelle pagine iniziali della Bibbia l’uomo e la donna si sono nascosti dal volto di Dio perché avevano mangiato dell’albero in disobbedienza alle indicazioni del Creatore. E Dio ha dovuto cercarli nel giardino dell’Eden. L’uomo e la donna hanno nascosto il loro volto a Dio. Possiamo dire che la storia della salvezza è una continua ricerca da parte di Dio di incrociare il volto dell’uomo. L’abbiamo sentito dalle parole di Mosè che deve incaricare Aronne perché il popolo possa chiedere: Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace. Al popolo di Dio che è in Vicenza qui riunito e quanti sono in ascolto da casa, alla nostra richiesta che Dio abbia pietà di noi e ci benedica, il Signore rivolge a noi il suo volto e ci concede pace. Sì, noi possiamo confessare che Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato (Gv 1,18). Noi abbiamo conosciuto il volto di Dio in Gesù suo Figlio prediletto. Il suo volto è rivolto a tutti noi.

 

Il volto di Dio e la pace

Ma che cosa c’entra il volto di Dio con la pace? Se torniamo all’inizio della Bibbia scopriamo che l’essere sottratti allo sguardo è motivato da scelte che hanno creato divisione. Il tentatore ha creato divisione tra Adamo ed Eva e Dio. E la divisione si manifesta nell’incapacità di accogliere il volto dell’Altro.

Ma è così anche tra gli uomini e le donne di tutti i tempi. Abbiamo meditato nel 14° Cammino di Pace per le vie della città di Vicenza sulla relazione di due fratelli gemelli in competizione tra di loro fino alla necessità di allontanarsi l’uno dall’altro perché minacciato di morte. Non potevano “vedersi”. È entrato nel nostro linguaggio quando non sopportiamo una persona; diciamo: Vattene non farti più vedere. Ebbene i due gemelli, Esaù e Giacobbe, solo più avanti nella vita, per iniziativa di uno dei due, probabilmente il più tradito dall’altro, si sono finalmente di nuovo incontrati, abbracciati, riconoscendosi l’uno nel volto dell’altro. Ha tolto le armi dell’astio e dell’odio dal proprio cuore per vivere la riconciliazione.

 

Costruire la pace imparando a riconoscerci nel volto l’uno dell’altro: nessuno può salvarsi da solo

Se accogliamo il volto di Dio che Gesù ci sta manifestando ogni giorno, allora anche noi possiamo diventare uomini e donne capaci di guardarci nel volto, stringerci la mano, vivere la riconciliazione. Ed essere così benedizione l’uno per l’altro.

Allora anche le esperienze più difficili e impegnative che siamo chiamati ad affrontare possono insegnarci cose nuove. Ce lo ricorda papa Francesco nel messaggio per questa giornata della pace che vi invito a leggere e meditare. Mi permetto di condividere con voi soltanto una frase: «possiamo dire che la più grande lezione che il Covid-19 ci lascia in eredità è la consapevolezza che abbiamo bisogno tutti gli uni degli altri, che il nostro tesoro più grande, seppure più fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina, e che nessuno può salvarsi da solo».

 

Maria, Madre di Dio e Madre nostra, insegnaci a custodire nel cuore la bellezza del volto di Dio che tu hai potuto gustare portando in braccio Gesù, il Figlio di Dio. La Sua presenza nel nostro cuore scioglie le durezze, trasforma le armi dell’indifferenza e dell’odio che ci tengono lontani gli uni dagli altri, in ponti e sguardi di pace e riconciliazione.

Alla tua potente intercessione, o Maria di Monte Berico, affidiamo il papa emerito Benedetto XVI, perché insieme a te possa contemplare in eterno il volto del Signore.

 

Al termine della celebrazione

Rinnovo l’invito a tutte le comunità cristiane parrocchiali e religiose e a tutte le famiglie di pregare per il papa emerito Benedetto XVI. In Cattedrale, martedì 3 gennaio alle ore 18.30 sarà celebrata una Santa Messa di suffragio alla quale sono invitati il Presidente con il Capitolo della Cattedrale, insieme a sacerdoti, diaconi, consacrati e fedeli che ne avessero la possibilità.

Giovedì mattina 5 gennaio, alle 9.30 si preveda in tutte le chiese il suono delle campane per invitare i fedeli ad unirsi con la preghiera alla celebrazione del funerale che inizierà a quell’ora in Piazza San Pietro.

Auguri di Buon Anno a tutti. Che ciascuno di noi in questo nuovo anno possa essere artigiano di pace.

† Giuliano, vostro vescovo