PELLEGRINAGGIO DIOCESANO A MONTE BERICO(Vicenza, Basilica di Monte Berico, 7 settembre 2013)

Un saluto cordiale a tutti voi, fedeli laici, sacerdoti, diaconi, consacrati e consacrate della Diocesi di Vicenza.
Un saluto fraterno alle persone di altre fedi religiose e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, che hanno accolto l’invito di Papa Francesco per una giornata di digiuno e di preghiera in favore della pace in Siria, nel Medio Oriente e in tutto il mondo.
Un saluto grato e riconoscente alle gentili Autorità presenti, al Signor Sindaco, che ringrazio per essersi fatto interprete dell’accoglienza dell’iniziativa pontificia da parte di molte realtà associative del nostro territorio, e agli organizzatori del pellegrinaggio e a coloro che vigilano sulla salute e la sicurezza dei partecipanti.
Un saluto speciale agli ascoltatori di Radio Oreb.
Questa sera vogliamo porre sotto la potente intercessione di Maria il nuovo anno pastorale e la situazione tormentata e sofferta che sta vivendo il nostro mondo.
Il cammino diocesano che iniziamo è accompagnato da una nota pastorale dal titolo ‘Generare alla vita di fede’. Questo testo intende porre l’attenzione non tanto sull’organizzazione dei percorsi catechistici, ma sulla comunità in tutte le sue espressioni e i suoi componenti, a partire dai genitori e dalle famiglie, affinché prenda coscienza del suo compito fondamentale: trasmettere la fede alle nuove generazioni e accompagnarle all’incontro con Gesù Cristo. Cominciando dalla prossima settimana, avrò modo di presentare la nota nelle sette zone in cui è suddivisa la Diocesi con l’obiettivo di far comprendere il significato ed il valore di uno strumento di lavoro chiamato a diventare un preciso punto di riferimento per l’intera Diocesi.
Sorge subito una domanda: a quale modello di comunità cristiana si richiama il documento? A quello descritto, e a noi tutti ben noto, del libro degli Atti degli Apostoli, che è stato proclamato poco fa. Si tratta della presentazione di una Chiesa edificata su quattro colonne: l’insegnamento degli Apostoli, la comunione fraterna, la frazione del pane, la preghiera.
Analizziamo brevemente questi pilastri. L’insegnamento degli Apostoli si identifica con la trasmissione fedele di quello che Gesù ha insegnato e fatto e che la Chiesa, depositaria di questo tesoro, da duemila anni fedelmente tramanda alle generazioni. Un patrimonio illuminato ed interpretato alla luce di una costante lettura della Parola di Dio, esperienza, oggi, da incentivare nelle famiglie, nelle associazioni, nelle parrocchie. In secondo luogo, la comunione fraterna (nota con il termine greco koinonia) che si fonda sulla comunione con Dio, sull’unione spirituale tra i credenti e sulla condivisione dei beni. A tal riguardo, annuncio che il prossimo 22 settembre in tutta la Chiesa vicentina ci sarà la colletta in favore dei sostegni di vicinanza, destinati alle persone più colpite dalla crisi economica. Il terzo basamento della Chiesa è la frazione del pane, che ha nella celebrazione eucaristica il suo apice ed il suo fondamento e nel pasto comune, nella condivisione del pane quotidiano, in senso reale e simbolico, la sua incarnazione nella storia del mondo. Auspico di cuore che, da parte di tutti, ci sia la consapevolezza e la convinta volontà di portare l’Eucaristia al culmine dell’iniziazione cristiana, segno di una appartenenza piena e responsabile alla comunità dei discepoli del Signore. Infine, la preghiera, strumento imprescindibile di un vero, fruttuoso e profondo rapporto con Dio. Considerando che le preghiere contraddistinguono la giornata del pio israelita ed ispirato a questo esempio, il cristiano è chiamato ad una professione di fede all’inizio e al termine della giornata, al rendimento di grazie prima di ogni azione, ad elevare la lode e la supplica al Signore con i salmi, espressione della relazione faticosa ma sempre rigenerante con Dio. Per sottolineare il valore della preghiera e della Parola di Dio, propongo di vivere ‘La settimana della comunità’ caratterizzata dalla sospensione delle normali attività pastorali per concentrarsi sull’ascolto e la meditazione della Sacra Scrittura, sulla preghiera e sull’impegno alla condivisione intesa non solo in senso materiale.
Desidero ora soffermarmi sulla veglia di preghiera e di digiuno, che avrà inizio in Basilica al termine di questo pellegrinaggio e che vuole essere un segno di comunione con il Santo Padre, in queste ore in preghiera in Piazza S. Pietro assieme a decine di migliaia di persone. La crisi che sta attanagliando il Medio Oriente, in particolare la Siria, non deve portarci a rassegnarci all’idea che le guerre ci sono sempre state e sempre ci saranno. Dobbiamo credere che la pace è possibile e necessaria e dipende da tutti noi, dai responsabili delle nazioni, dai governanti, dagli operatori economici, finanziari, culturali, sociali. Noi crediamo in una pace vera, autentica, che si fonda su una fede religiosa o comunque su una retta coscienza personale, capace di modellare e formare il cuore e la mente di ogni uomo alla costruzione di relazioni fraterne e solidali da estendere all’habitat comune per la salvaguardia dello stesso creato nel quale l’uomo vive ed agisce.
Un pensiero conclusivo riservo all’opera di argenteria posta qui sul sagrato della Basilica. Si tratta di un simbolo di fede e di arte, noto come ‘Il gioiello di Vicenza’, ricostruito dopo il suo trafugamento, ad opera delle truppe napoleoniche, avvenuto nel lontano 1797. Questa splendida opera riproduce un ex-voto fatto dai vicentini nel 1578 alla Madonna, qui venerata, per invocare la guarigione dalla peste, malattia che, in quei secoli, falcidiava brutalmente le popolazioni cittadine e rurali. Ringrazio, a nome della Chiesa vicentina e della cittadinanza, tutti coloro che si sono adoperati per la realizzazione di questo simbolo così caro alla nostra Città. Penso all’architetto, al maestro argentiere, ai promotori, ai patrocinatori, alle famiglie e ai singoli cittadini, che hanno donato la materia prima per far rinascere questo gioiello. Presentarlo questa sera ai piedi della Vergine significa rinnovare il nostro desiderio di godere della materna protezione di Maria, ben simboleggiato dal mantello sotto il quale ognuno di noi può identificarsi.

‘ Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza