Il Consiglio pastorale diocesano, nella sua seduta di dicembre, ha approvato, dopo un ampio confronto, l’inizio del cammino per l’avvio in Diocesi dei ministeri istituiti voluti da Papa Francesco: il lettorato, l’accolitato e il catechista. Nell’introduzione il Vescovo Giuliano ha sottolineato l’importanza che su questa scelta il Consiglio pastorale si esprima e che essa venga fatta, tenendo conto degli orientamenti che si manifestano in Diocesi.
Don Flavio Marchesini, vicario episcopale per la evangelizzazione, ha introdotto il tema dei Ministeri istituiti ripreso poi nei lavori di gruppo. In particolare, ha precisato cosa sono i ministeri istituiti, la loro dinamica all’interno della comunità cristiana, evidenziando che ogni ministero si caratterizza per “la sua origine soprannaturale”, per essere “finalizzato alla comunione e alla edificazione ecclesiale per il bene del mondo e non solo della chiesa; è un servizio con una durata temporale”. Chi riceve il ministero “è riconosciuto e inviato dalla Chiesa con un rito di istituzione e con un mandato specifico”.
Nei lavori di gruppo i partecipanti hanno espresso il pieno appoggio alla proposta, evidenziando alcune questioni e attenzioni. In particolare, il sì favorevole è a partire “dalle radici stesse dell’essere cristiani, dall’essenza su cui si fonda ogni comunità: la Parola e l’Eucarestia, lo sviluppo della comunione”. Questi ministeri sottolineano da dove nasce la comunità cristiana. Alla base c’è “il riconoscimento del comune battesimo che abilita ciascuno a far parte della Chiesa e a contribuire alla sua edificazione”. La costituzione dei ministri istituiti risulta dunque essere una necessità della chiesa che “chiede tempo e non deve essere affrontata con fretta”. Nel cammino che porta alla individuazione di potenziali ministri istituiti decisivi risultano essere la formazione e il discernimento. Il Consiglio pastorale ha espresso, altresì, la consapevolezza che si tratta di un impegno esigente, ma che è importante cominciare a guardare al futuro tenendo conto della situazione complessa delle diverse comunità. Tale scelta rappresenta una possibilità di formare persone preparate proprio per seguire le nostre comunità. Anche per questa ragione è importante che le scelte partano dal basso e dunque occorre anche saper allargare lo sguardo.
I lavori dei gruppi hanno sottolineato che “i ministeri istituiti valorizzano i laici a partire dalla loro vocazione battesimale e in particolare costituiscono un’occasione per valorizzare le donne”. La sfida è trovare le persone giuste e a tale riguardo diventa centrale il discernimento da compiere in ogni comunità e per tale ragione è essenziale capire veramente il significato e le caratteristiche di tali figure.
Nel descrivere le caratteristiche dei ministri istituiti è stato sottolineato che questi hanno un “mandato a tempo”. L’istituzione del ministero dell’accolito, o del catechista o del lettore “è permanente, per sempre – ha precisato il Vescovo Giuliano – mentre ha una durata definita lo specifico servizio che è chiamato ad assolvere”.
Tra le preoccupazioni emerse vi è quella di “non clericalizzare queste figure che devono poter mantenere il loro impegno laicale nel mondo”. Nel pensare il profilo dei possibili candidati o candidate è stato sottolineato che “servono persone di comunione, che conoscono la comunità, che sono concreti. Sono persone che devono avere anche un’apertura missionaria, quindi con la disponibilità anche di un servizio non solo alla singola parrocchia ma, magari, a una comunità più ampia”. Tra i possibili effetti di questa istituzione c’è anche la possibilità di “ridefinire il gruppo ministeriale: queste ministerialità potrebbero, infatti, essere anche il nucleo del gruppo ministeriale. Devono, peraltro, essere ministerialità che sono dentro la comunità e che hanno un rapporto organico con il Consiglio pastorale”.
Tra le esigenze espresse vi è quella di un percorso che “chiarisca i termini, in quanto c’è il rischio di confondere questi ministeri istituiti con i ministeri liturgici. Inoltre, va precisato il rapporto con i presbiteri e i diaconi permanenti”.
Il confronto proseguirà nella seduta congiunta dei Consigli pastorale diocesano e presbiterale fissato per il 1 febbraio 2024.