CELEBRAZIONE EUCARISTICA nell’anniversario della protezione della Madonna sulla città di Vicenza dal terremoto del 1695 Santuario di Monte Berico, 25 febbraio 2024

CELEBRAZIONE EUCARISTICA nell’anniversario della protezione della Madonna

sulla città di Vicenza dal terremoto del 1695

Santuario di Monte Berico, 25 febbraio 2024

Letture: Dt 26,16-19; Sal 118; Mt 5,43-48

Rinnoviamo oggi la nostra supplica a Maria perché protegga la città di Vicenza con la sua popolazione da ogni forma di distruzione e di male. Nel 1695 il Veneto fu colpito da uno dei più forti terremoti della storia. I vicentini, che avvertirono la scossa, temendo il peggio per le case e le fabbriche, fecero voto di recarsi ogni anno a Monte Berico presso la Madonna per invocare protezione.

In questo modo si rinsaldava il legame con Maria e con suo Figlio rendendolo sempre più stabile. E tale relazione venne ulteriormente consolidata quando di fronte all’invasione austriaca della Prima guerra Mondiale, nel 1917 si rinnovò il voto festeggiando la Natività della Vergine Maria al termine dell’estate quando si raccolgono i frutti della terra.

La relazione di fiducia e di confidenza con Maria ci introduce nella relazione di amicizia con Gesù suo figlio. E non è una relazione che possiamo dare per scontata. Come si ha suggerito la parola di Dio che abbiamo ascoltato, noi viviamo la tentazione o il rischio di allontanarci dal legame con Dio.

È accaduto al popolo di Israele. Dio desiderava instaurare con il suo popolo un vincolo di alleanza. Perché era il suo popolo particolare, un popolo privilegiato. Per essere tale doveva custodire gli insegnamenti dati dal Signore e i comandamenti consegnati a Mosè sul Sinai. Il significato di quei comandamenti non stava nel praticare una buona morale, bensì nel mantenere vivo il legame di alleanza con Dio. Egli ti metterà, per gloria, rinomanza e splendore, sopra tutte le nazioni che ha fatto e tu sarai un popolo consacrato al Signore, tuo Dio, come egli ha promesso.

Se è già molto bello il legame di alleanza di Dio con il suo popolo nell’antico testamento, con Gesù c’è una realtà ancora più grande e una risposta da parte dell’uomo ancora più esigente.

Infatti Gesù ci invita a riconoscerci personalmente figli del Padre nostro che è nei cieli. La relazione con Gesù che possiamo chiamare di amicizia con Lui, ci conduce a questa consapevolezza: ciascuno di noi è figlio amato dal Padre. E i figli che si sentono voluti bene cercano a loro volta di imitare l’amore del Padre. E l’amore del Padre è un amore che supera ogni limite umano.

Quando Gesù ci chiede di amare i nostri nemici e di pregare per quelli che ci perseguitano a prima vista ci sembra una richiesta al di là delle nostre possibilità umane. Ed è vero che di fronte a torti subiti si nasconde nella profondità del nostro cuore tanto rancore che fatichiamo a debellare. Ma Gesù ci invita a far scendere nelle profondità della nostra coscienza la misericordia del Padre. Dio desidera far giungere il suo amore su tutti come fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, e fa piove sui giusti e sugli ingiusti. Dio non fa differenze: vuole bene a tutti anche a quelli che non ricambiano il suo amore.

Stringendoci a Gesù, in un legame di amicizia che tocca le corde del nostro spirito, noi diventiamo capaci di amare come ama Dio. Perché l’amore del Padre è stato riversato nel suo Figlio prediletto e Gesù ce lo partecipa.

La grandezza di un uomo e di una donna sta nella sua capacità di perdonare, di tornare a voler bene anche ai figli che si allontanano come ci racconta la parabola del Padre misericordioso.

Maria desidera farci sentire la sua vicinanza per condurci a Suo Figlio che ha creato un ponte tra il cielo e la terra, un arcobaleno segno di alleanza come al tempo di Noè. L’amore del Padre non sta più soltanto in cielo. Quell’amore è sceso sulla terra e Maria gioisce ogni volta che lo accogliamo. Lo sa bene Lei, più di noi, dal momento che è germinato nel suo ventre il Figlio dell’Altissimo assicurando all’umanità la gioia delle nozze eterne.

 

† vescovo Giuliano