ASSEMBLEA DIOCESANA DI AZIONE CATTOLICA Vicenza, 25 febbraio 2024

Colgo l’occasione di questa Assemblea diocesana per esprimere la mia gratitudine al Signore per essere giunto nella Chiesa di Vicenza con la ricchezza associativa dell’Azione Cattolica. E sono grato anche a voi che, da laici protagonisti, avete fatto la scelta di prendere parte con la vostra vita alla missione della Chiesa perdendo tempo nel formarvi e nel servire il prossimo.

Richiamo brevemente i tre aspetti di Azione Cattolica che ho consegnato ai nuovi Presidenti parrocchiali di AC a Monte Berico.

Libertà di adesione e serietà di impegno. A questa associazione di laici che il Concilio Vaticano II – riscoprendo il protagonismo missionario dei fedeli laici e sottolineando la appartenenza dell’Azione Cattolica alla missione stessa della Chiesa – si aderisce in totale libertà. Nessuno impone di entrare in Associazione. È una scelta vissuta nella gratuità ed è una adesione personale. Essa nasce dall’aver fatto un’esperienza positiva in qualche attività proposta in parrocchia o nei campi estivi, laddove qualcuno ci ha rivolto l’invito: vieni e vedi! La libertà di aderire non impedisce di riconoscere quanto sia importante la fermezza nell’impegno: di partecipare attivamente all’associazione, specialmente alla proposta formativa della stessa. Fedeltà all’impegno di educare i ragazzi, i giovanissimi. Impegno per gli adulti nel cercare strumenti di formazione permanente. Anche per i nuovi presidenti: libertà di adesione e serietà nell’impegno. L’eccomi di Maria è scelta libera e fermezza nell’impegno di accogliere il piano di Dio.

Oggi aggiungo l’invito a diffondere la bellezza di far parte di una Associazione che fa crescere le persone. Invitate altri alla gioia di condividere un cammino associativo abitando relazioni vere non soltanto virtuali come spesso accade. La vostra scelta libera sia contagiosa per altri adulti e per altri giovani. Abbiate l’audacia di proporre l’Azione cattolica come scuola di vita aperta a Dio. Vera scuola di laici che animati di spirito cristiano vivono la loro professione e il loro inserimento nella società e nel mondo per “orientare le cose di questo mondo a Dio”. La famiglia, il lavoro, la scuola, la sanità, la politica… sono tutte realtà nelle quali vivere la gioia di essere credenti di Azione Cattolica.

Partecipazione al disegno di Dio sull’umanità. L’organizzazione in Azione Cattolica non è finalizzata a mantenere una struttura per se stessa. L’organizzazione è finalizzata al prendere parte insieme allo stesso progetto di Dio rivelato dall’angelo a Maria. È l’accoglienza in noi del Figlio di Dio. Siamo chiamati a far crescere in noi Colui che è stato generato in noi per mezzo della fede: Cristo Signore. È Lui il Salvatore che libera l’umanità dalla violenza, dal ripiegamento su se stessi, da ogni forma di chiusura e indifferenza verso il prossimo. Finchè Cristo sia formato in voi, dice l’apostolo Paolo. Il ruolo del presidente parrocchiale o di unità pastorale non trova la sua ragione d’essere nell’organizzare cose, bensì nel prendere parte a questo meraviglioso disegno di Dio. Sì, certamente è una responsabilità, ma prima ancora è una grazia, come lo è stato per Maria.

Rischiamo strade nuove di formazione, soprattutto con i ragazzi e i giovani. Una formazione non astratta bensì esperienziale. Con un coinvolgimento dei giovani in laboratori dove loro siano protagonisti nell’individuare cammini, incontri, pellegrinaggi, viaggi culturali e viaggi missionari, servizio civile, esperienze caritative in luoghi significativi. Oggi i giovani hanno bisogno di un respiro ampio, culturale e sociale. Anche ammettendo la possibilità di sbagliare. E non dimentichiamo la grande sfida dell’iniziazione cristiana alla quale l’Azione Cattolica è in grado di dare il proprio contributo in un tempo di grandi cambiamenti dei ragazzi e delle loro famiglie.

L’Azione Cattolica non ha un programma proprio perché fa proprio il programma della Chiesa. Ecco il terzo pensiero. Essere appassionati del cammino ecclesiale a servizio del mondo. Amare la Chiesa e mettersi a servizio della sua edificazione. Che significa in questo tempo, mettersi a servizio del rinnovamento della Chiesa vicentina perché compia una conversione pastorale in senso missionario. Presidenti che dedicano energie per ridonare vitalità alle comunità parrocchiali aperte alle unità pastorali con una molteplicità di gioie: gioia di costruire comunione, gioia di annunciare il vangelo, gioia di accogliere gli stranieri, gioia di edificare una società in cui tutti si sentono fratelli.

Una delle difficoltà che stiamo vivendo, complice anche la pandemia che ha allentato le relazioni, è il sentirsi, da parte dei credenti e delle comunità cristiane, Chiesa diocesana. Il Concilio Vaticano II la chiama “Chiesa particolare” indicando quella realtà «nella quale è presente e opera la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica» (Dei Verbum, 11; cf anche Lumen gentium, 8). L’Azione Cattolica è una associazione che più di altre può contribuire a far maturare questa dimensione ecclesiale di comunione della Chiesa diocesana che non è tale perché c’è una organizzazione centrale. Bensì per la presenza in essa del successore degli apostoli, il vescovo, che con il presbiterio e la comunità dei diaconi presiede nella carità il popolo di Dio.

In questa prospettiva l’Azione Cattolica è chiamata a promuovere tutte quelle ministerialità che sono radicate nel battesimo e che nella nostra Chiesa diocesana portano il nome di “gruppi ministeriali” e pure dei “ministeri istituiti” di lettore – accolito – catechista – che ci avviamo a costituire.

† vescovo Giuliano