OMELIA DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA NELLA FESTA DI S. GAETANO THIENE – Chiesa dei teatini in Vicenza, 7 agosto 2024

OMELIA DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA NELLA FESTA DI S. GAETANO THIENE

Chiesa dei teatini in Vicenza, 7 agosto 2024

Letture: Sir 7,29-31.32-35; Sal 61; 1Tm 6,6-12; Mt 6, 24-33

Celebriamo la festa di San Gaetano Thiene che il 14 settembre 1524 fondò l’ordine dei Chierici Regolari Teatini.

E la celebrazione odierna è segnata da oscuri venti di guerra, non possiamo dimenticare questa situazione mondiale. Domenica scorsa papa Francesco ha rivolto un appello accorato e preoccupato per il Medio Oriente, auspicando “che il conflitto, già terribilmente sanguinoso e violento, non si estenda ancora di più”. Ha espresso una preghiera “per tutte le vittime, in particolare per i bambini innocenti”, esprimendo “vicinanza alla comunità drusa in Terra Santa e alle popolazioni in Palestina, Israele, e Libano”. Ha invitato a non dimenticare il Myanmar i cui profughi io stesso ho potuto incontrare in Thailandia i giorni scorsi nei campi loro riservati al confine tra i due paesi.

Sempre papa Francesco ha sollecitato ad avere il coraggio “di riprendere il dialogo perché cessi subito il fuoco a Gaza e su tutti i fronti”, liberando gli ostaggi, soccorrendo le popolazioni con gli aiuti umanitari. Egli ha aggiunto: “Gli attacchi, anche quelli mirati, e le uccisioni non possono mai essere una soluzione. Non aiutano a percorrere il cammino della giustizia, il cammino della pace, ma generano ancora più odio e vendetta”.

Ed ha concluso: “basta, fratelli e sorelle! Basta! Non soffocate la parola del Dio della Pace ma lasciate che essa sia il futuro della Terra Santa, del Medio Oriente e del mondo intero! La guerra è una sconfitta!”

Ogni Eucaristia ci spinge con Cristo ad affacciarci sul mondo, sulle sue inquietudini, fallimenti, desideri di speranza. Ogni giorno preghiamo incessantemente per il dono della pace.

Gaetano Thiene ha vissuto in un tempo particolarmente difficile, tanto difficile anche per la vita della Chiesa. Nel XVI secolo le tensioni hanno recato profonde divisioni anche tra i discepoli di Cristo. Alcuni anni dopo la morte di Gaetano venne indetto un Concilio che inizialmente sembrava dovesse essere celebrato a Mantova, poi a Vicenza e Ferrara. Infine venne aperto a Trento il 13 dicembre 1545; due anni dopo San Gaetano concluse la sua vita a Napoli. La crisi dell’epoca toccava molte realtà: il matrimonio, la vita dei preti, le comunità parrocchiali irrigidite sulle questioni economiche.

San Gaetano anticipò quel rinnovamento dedicando la sua vita alla riforma che nasce dall’accoglienza dello Spirito Santo, fuoco che brucia, riscalda e trasforma; fonte di conversione spirituale e morale dei fedeli, soprattutto del clero.

Il suo programma è stato ben richiamato dalla seconda lettura. L’apostolo Paolo rivolge al confratello Timoteo un forte invito a non lasciarsi trascinare dall’avidità del denaro che la radice di tutti i mali. E lo sollecita a tendere alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza e alla mitezza.

La radice di tutti i mali è l’avidità, il bisogno sfrenato di possedere e di arricchirsi che alla fine, come afferma l’apostolo, procura molti tormenti. Lo si vede nella malattia del gioco d’azzardo: la ludopatia. È impressionante: il denaro impiegato per il gioco d’azzardo in Italia ha superato il finanziamento per il Servizio sanitario nazionale, con gravissime conseguenze per le persone che si ammalano a causa dell’avidità.

Ma possiamo aggiungere che l’avidità è all’origine dei conflitti tra e all’interno delle nazioni con la produzione di armi che li alimentano.

San Gaetano scoprì la liberazione dal male dell’avidità nella provvidenza insegnata da Cristo. Fidandosi di Dio, del suo Amore provvidente, non veniamo privati in nulla nella nostra vita umana. Al contrario la fiducia in Dio apre allo stupore dei doni riversati da Lui sull’umanità. Questo ha condotto San Gaetano a cercare in ogni modo la riconciliazione con i suoi fratelli Ferdinando e Girolamo rinunciando ai beni che gli spettavano in ragione dell’eredità lasciata da suo padre. Il male delle divisioni non raggiunge solo i governanti delle nazioni, prima ancora si insinua nelle relazioni familiari. Quanti contrasti tra fratelli e sorelle a causa dell’eredità. San Gaetano vi rinunciò fissando lo sguardo su Cristo povero (“Lui povero, io ricco”).

Nella festa odierna, infine, non possiamo trascurare il fatto che San Gaetano coinvolse altri compagni per far crescere un clero dedito alla carità, alla fraternità, alla relazione viva con il Signore Gesù soprattutto nell’Eucaristia. È così che diede vita all’ordine dei Chierici Regolari Teatini.

Invochiamo il nostro Santo per invocare il dono della pace innanzitutto nelle nostre famiglie: quante stanno sperimentando divisione e conflitti ritrovino la parola del perdono e si aprano nuovamente alla fiducia.

San Gaetano, che contribuì con uno speciale dono dello Spirito al rinnovamento della Chiesa a servizio del mondo assista il nostro cammino sinodale di conversione pastorale perché la Chiesa superi lo scandalo della divisione.

Ancora San Gaetano, interceda presso Cristo benedetto, perché apra la mente, gli occhi, il cuore dei governanti per avere orecchi attenti al grido degli afflitti, di quanti soffrono a causa delle guerre.

† vescovo Giuliano