OMELIA nel giorno di PENTECOSTE con il rito della Confermazione ai ragazzi delle parrocchie del centro storico – Cattedrale di Vicenza, 28 maggio 2023

OMELIA nel giorno di PENTECOSTE con il rito della Confermazione

ai ragazzi delle parrocchie del centro storico

Cattedrale, 28 maggio 2023

Letture: At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3-7.12-13; Gv 20,19-23

A conclusione del rito della cresima, quasi a spiegarne il significato ultimo, io scambierò la pace con ogni ragazzo e ragazza. Con il gesto di darci la mano destra io dirò: la pace sia con te e voi risponderete e con il tuo spirito.

Shalom, Pace a voi, sono le prime parole che il Gesù risorto dice agli apostoli quando li incontra provocando sentimenti di grande stupore. Il Signore risorto, con i segni dei chiodi sulle sue mani e ai piedi e con la ferita al costato, si fa incontrare e riconoscere ai suoi. Deve essere stata un’esperienza unica.

E la sua presenza porta il dono della pace, un dono che viene offerto a voi che oggi ricevete la conferma definitiva che l’Amore di Dio, come un tatuaggio incancellabile, segna il vostro corpo e il vostro animo. Dio è amore e vuole entrare in voi e non abbandonarvi mai più. Per questo motivo porrò un segno di croce sulla vostra fronte con l’olio profumato benedetto in questa cattedrale nel Giovedì Santo. È un segno esterno che manifesta qualche cosa che avviene internamente, nel vostro spirito. Dio vi ama e non vuole abbandonarvi mai. Egli desidera che voi vi ricordiate sempre che Lui c’è, si prende cura della vostra vita, vi assiste nel tempo delle difficoltà e vi dona tanta gioia nel seguire i suoi sentieri.

Lo Spirito Santo che è Amore del Padre e del Figlio formando tre Persone divine, offre in dono la pace. Quale pace? Oggi sentiamo tanto parlare di pace per i numerosi conflitti armati presenti nel mondo. Anche questa notte molte città della vicina Ucraina sono state bombardate arrecando distruzione e morte. E non dobbiamo dimenticare questi nostri fratelli e sorelle. Quando è scoppiata la guerra tutti ci siamo attivati con generosità. Ora la situazione è più drammatica perché la gente che sta subendo con grande dignità tanta violenza, è priva di cibo e vestiti. Non dobbiamo dimenticare questi nostri fratelli e sorelle. E certamente la pace che il Signore dona con il suo Spirito tocca anche le nazioni e le relazioni tra i popoli.

Ma Gesù risorto affida agli apostoli, mediante il suo Spirito, il compito di continuare a fare ciò che Lui faceva quando incontrava le persone in Palestina: perdonare! Rimettere i peccati significa perdonare in nome di Dio le offese arrecate a Lui presente negli affamati, assetati, nudi, carcerati, migranti. Perdonare per vivere riconciliati con tutti. Con il perdono di Dio si ritrova quell’armonia di relazioni e con il creato che è il significato proprio dello Shalom biblico.

Carissimi ragazzi, con l’Amore di Dio si diventa capaci di perdono. A volte noi facciamo tanta fatica solo a chiedere scusa quando ci accorgiamo di aver sbagliato in famiglia o con i compagni di classe o con gli amici. Siate ragazzi e ragazze costruttori di una nuova umanità.

Riconciliata con il creato, rispettandolo. Riconciliati con i genitori anche quando ci sono situazioni di sofferenza e fatica. Riconciliati con i compagni di classe. Riconciliati con gli amici.

Come si può ascoltare e seguire la voce dello Spirito? Mettendosi innanzitutto in ascolto della propria coscienza. «Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire. Questa voce, che lo chiama sempre ad amare, a fare il bene e a fuggire il male, al momento opportuno risuona nell’intimità del cuore: fa questo, evita quest’altro» (Gaudium et spes, n. 16).

È la coscienza che ha spinto don Lorenzo Milani a costruire una piccola scuola nella sua parrocchia per i ragazzi che non avevano possibilità di istruzione. Una scuola modello dove i ragazzi erano spinti a conoscere attraverso la vita. Non il merito, ma le possibilità di crescita ciascuno secondo il proprio passo. Mi interessa, mi sta a cuore, questo il motto di don Milani.

E don Milani ha anche insegnato che si deve obbedire alla coscienza sempre più illuminata e disobbedire a regole che sono presenti nel mondo in contrasto con la coscienza personale. Come quel giovane che ha sentito in coscienza la necessità di andare ad aiutare gli alluvionati in Emilia Romagna ed è stato licenziato dal lavoro part-time. E pure coloro che hanno avuto il coraggio di recuperare dalle acque del Mediterraneo numerosi migranti disobbedendo all’ordine di riportarli nei lager della Libia.

Seguiamo la voce dello Spirito che ci apre alla vita, alla gioia, alla speranza di un mondo nuovo.

 

† vescovo Giuliano