OMELIA nella feria dell’Ottava di Natale Incontro ministranti – Cattedrale di Vicenza, 29 dicembre 2023OMELIA NELLA S. MESSA DI NATALE Cattedrale di Vicenza, 25 dicembre 2023

OMELIA nella feria dell’Ottava di Natale

Incontro ministranti – Cattedrale di Vicenza, 29 dicembre 2023

Letture: 1Gv 2,3-11; Sal 95; Lc 2,22-353

Gesù bambino, viene portato dai suoi genitori nel grande tempio di Gerusalemme. Come se l’avessero portato in una grande cattedrale. Era normale che il primo figlio nato venisse portato là. E con il regalo di due colombe da lasciare nel tempio si voleva dire: questo bambino è un regalo di Dio, perché tutte le cose belle come la nascita di un bambino, provengono dal Signore.

Ma quando i due genitori arrivano nel Tempio avviene un incontro piuttosto strano con due anziani, come due nonni: Simeone e Anna. I nonni si prendono cura dei piccoli, ma qui c’è una sorpresa che vorrei far comprendere con un piccolo racconto. E mi faccio aiutare da un bambino.

«La piccola coperta colorata con rose rosse, che lo aveva scaldato nella culla, non lo aveva lasciato. Era minuscola, un po’ lisa, e lo accompagnava dovunque. Se proprio era costretto a starle lontano, il bambino pretendeva che il piccolo rettangolo di stoffa colorata fosse in un luogo visibile. Piegata o arrotolata nello zainetto lo seguiva a scuola.

La piccola coperta colorata era come la sua ombra. Quando, dopo mille insistenze, la mamma riusciva convincerlo a mettere la coperta in lavatrice, il bambino si sedeva inquieto davanti all’oblò dello sportello e aspettava, senza perderla d’occhio un istante.

La sorellina di poco più grande lo canzonava per questa mania, ma al bambino non importava. La coperta era il suo talismano segreto, il suo scudo, la sua protezione.

Un giorno, il papà annunciò che per motivi di lavoro doveva affrontare un lungo viaggio in aereo. Per il bambino era una novità.

La vigilia della partenza, trascinando la sua coperta, seguì preoccupato tutti gli spostamenti del papà, fissandolo con apprensione durante la preparazione della valigia.

“Papà, non cadono mai gli aerei?” chiese preoccupato il bambino. “Quasi mai!” rispose il papà. “Quello che prendi tu è un aereo bello grosso, vero?” prosegui il bambino. “Certo. Il più grosso di tutti.” lo rassicurò il papà. “E sta su anche se c’è la bufera?” chiese ancora il bambino. “Di sicuro.” e così dicendo il papà cercò di tranquillizzare il bimbo. “Tu però stai attento. C’è il paracadute?” riprese nuovamente il bimbo. “Ma sì, bimbo mio.” esclamò dolcemente il papà. Il padre partì e l’aereo arrivò in orario.

L’uomo si sistemò in albergo, ma quando aprì i bagagli rimase di stucco. In cima a tutto, nella valigia, c’era la piccola coperta colorata del suo bambino. Allarmato, telefonò immediatamente alla moglie: “E’ capitata una cosa terribile, non so come sia potuto succedere ma la coperta del bambino è qui nella mia valigia! Come facciamo?”

“Stai tranquillo!” rispose la moglie. “Poco fa il bambino mi ha detto: Non preoccuparti, mamma. Ho dato a papà la mia coperta: non gli succederà niente!” (tratto da Bruno Ferrero, Diciassette storie col nocciolo, Torino 2005).

Ecco quello che hanno scoperto i due nonni. Quel bambino che tenevano tra le braccia, loro lo hanno accolto e con tanta tenerezza cercavano di proteggerlo.

Ma quel bambino era un bambino speciale. Era lui il grande dono con il quale Dio si prende cura di ciascuno di noi.

Non ci succederà niente se faremo anche noi come Simeone:

se accogliamo Gesù nella nostra vita,

se seguiamo Gesù imparando i suoi consigli,

se lodiamo sempre Dio con Gesù in ogni circostanza buona o triste.

Voi, ragazzi e ragazze a servizio di Gesù e della comunità nella liturgia, siete molto molto fortunati. Perché siete vicini a Gesù. Siete vicini al sacerdote dal momento in cui si prepara per la Messa fino al momento in cui si deve spreparare l’altare e mettere in ordine la chiesa. Voi siete vicini alle persone che vengono in chiesa, distribuendo i foglietti, portando insieme con loro le offerte del pane e del vino, scambiando la pace… Voi siete vicini a Gesù che si dona con il suo Corpo santo nel pane e nel vino benedetti dallo Spirito Santo. Voi con tutta la vostra vita siete vicini a Lui.

Impariamo da Simeone.

Accogliere Gesù che si rende presente. Lui si fa davvero molto vicino e ci vuole custodire da ogni forma di male. Si prende cura di me e di ciascuno di noi. Per questo è importante prepararsi bene per fare il servizio di ministranti. In Mozambico ho scoperto che don Maurizio fa sempre una preghiera insieme ai ministranti prima di iniziare la Messa.

Ripetiamo insieme: Gesù tu sei la luce, noi ti accogliamo.

Seguire Gesù che vi chiama per nome. Lo ha fatto con Simone e gli altri apostoli: li ha chiamati per nome. Lo ha fatto con Maria Maddalena quando si è fatto incontrare da risorto: l’ha chiamata per nome. Gesù ci ha lasciato il consiglio più importante di tutti: “amare Dio e amarci come fratelli e sorelle”.

Ripetiamo insieme: Gesù tu ci chiami per nome, noi seguiamo te.

Infine è davvero importante lodare Gesù, in tutte le circostanze della vita, anche in quelle tristi? Sì anche in quelle tristi. Sentite cosa è successo ad un professore inglese.

«Il professor Matthew Henry stava rincasando dall’Università, quando a pochi metri da casa sua si trovò davanti una canna di pistola puntata contro gli occhi.

Dietro la pistola c’era un rapinatore con il volto coperto che gli intimò di consegnargli borsa e portafoglio. Lo fece e il rapinatore si dileguò rapidamente nell’oscurità.

Ancora spaventato dalla spiacevole esperienza, quella sera si sedette alla scrivania e scrisse questa preghiera: “Signore, oggi sono stato derubato.

So che devo ringraziarti per molte cose.

Per prima cosa ti ringrazio di non essere mai stato rapinato prima, e in un mondo come questo è quasi un miracolo. In secondo luogo voglio dirti grazie perché mi hanno portato via solo il portafoglio che, come sempre, conteneva solo pochi soldi, e una vecchia borsa piena di carta. Ti voglio ringraziare anche, Signore, perché non c’erano con me mia moglie e mia figlia, che si sarebbero spaventate molto e anche per il fatto che ora non devono piangere per me. Infine, Signore, voglio ringraziarti in modo particolare, perché io sono stato il derubato e non il ladro.” (tratto da Bruno Ferrero, Dieci buoni motivi per essere cristiani, Torino 2022).

Ripetiamo insieme: Gesù noi ti lodiamo perché tu sei buono e ti prendi sempre cura di noi.

† vescovo Giuliano