OMELIA nella IV domenica di Pasqua – Raduno scout 50mo Agesci Parco della Pace 21 aprile 2024

OMELIA nella IV domenica di Pasqua – Raduno scout 50mo Agesci

Parco della Pace 21 aprile 2024

Letture: At 4,8-12; Sal 117; 1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18

Motto dell’evento: ‘Insieme con la Chiesa tra Noi

 

Carissimi,

vorrei oggi che potessimo porre attenzione a una realtà che forse facilmente scartiamo dalla nostra vita.

In questo nostro mondo ci sono tante cose che vengono buttate sulla spazzatura, soprattutto da noi che viviamo dalla parte del mondo in cui ci sono tante ricchezze.

E potete constatare anche voi come si mettano da parte anche tante persone: vengono scartate perché non sembrano essere utili – pensiamo alle persone con disabilità psichica – o perché abbiamo paura che disturbino la nostra tranquillità – pensiamo a come vengono considerati i migranti.

Oggi tante cose e persone vengono scartate con l’indifferenza.

Forse tra queste c’è anche Gesù. A che cosa ci serve? La Chiesa che ce lo dovrebbe far conoscere è avvertita come lontana e non sempre credibile. E poi che pretese ha Gesù?

Lasciate che per un momento io vi parli di Lui. Lui è qui in mezzo a noi e possiamo realmente riconoscerlo se, come ci è stato raccontato Lui è la pietra scartata. Dio ha scelto Gesù che è stato scartato. Ma non ha avuto paura dell’indifferenza o della cattiveria degli uomini. Anzi è proprio per venirci incontro e liberarci dalla nostra indifferenza, dalle nostre paure, e pure dalle nostre dipendenze, che Gesù – scartato – ci chiede di fargli posto.

Infatti Lui è simile a un pastore che accompagna il suo gregge dove può nutrirsi di erba fresca. Gesù è come un pastore che ha tre caratteristiche molto belle: ci difende, ci conosce e ci ama.

Ci difende da coloro che vogliono servirsi di noi ma non sono tanto interessati realmente a noi. Da coloro che non ci vogliono liberi, bensì dipendenti. Ci sono anche oggi tante dipendenze dall’alcol, dal fumo, dai social, da ideologie disumane, dal consumismo. E qualcuno ci gioca sporco con voi. Gesù che è qui presente in mezzo a noi, con la sua Parola, con lo scoutismo Agesci, con la Chiesa, con la compagnia di tanti testimoni: vuole difenderci dai mercenari di oggi.

Gesù infatti ci conosce. Sa che noi siamo delle perle preziose. Lui ci conosce nell’intimo di noi stessi. Noi valiamo tanto per Lui. Tutti noi abbiamo un nome. È bello il nostro nome di caccia, ma è ancora più bello il nome ci è stato dato dai nostri genitori anche quello che è stato pronunciato il giorno del nostro battesimo. Forse c’è qualcuno che ti scarta, che ti mette da parte. Gesù no. E più conosci Gesù più scopri la bellezza del tuo nome, delle tue caratteristiche, della tua storia nella quale le ferite sono feritoie aperte al cielo.

Gesù ci ama e ce lo dimostra donando la sua vita. Ha dato la sua vita fino ad essere scartato come uno dei peggiori malfattori. Ma quello scarto Dio lo ha recuperato liberandolo dalle catene della morte per farlo risorgere. Gesù è qui in mezzo a noi perché è risorto dalla morte e non muore più. E ci ama così tanto che dice anche a noi Rise-up – alzatevi, svegliatevi con me. Gesù ci ama e ci dona sempre forza e coraggio per metterci a servizio del prossimo e lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo conosciuto.

Accogliamo l’appello di un anziano di età ma giovane nel cuore: Svegliamoci dal sonno, usciamo dall’indifferenza, apriamo le sbarre della prigione in cui a volte ci siamo rinchiusi, perché ciascuno di noi possa scoprire la propria vocazione nella Chiesa e nel mondo e diventare pellegrino di speranza e artefice di pace! È papa Francesco che ci parla.

50 anni di scoutismo Agesci. Vi invito a non perdere la memoria delle vostre radici che sono fatte di storie straordinarie. Lo scoutismo ha tanti testimoni meravigliosi. Mi permetto di ricordarne tre.

Padre Jacques (Giacomo) Sevin, un padre gesuita che fin dal 1913 si interessò al movimento scout, conobbe Robert Baden-Powell diventandone amico. Nel 1920 fondò l’associazione degli Scouts di Francia; è lui che al primo Jamboree mondiale (Londra) istituì l’Organizzazione internazionale dello Scautismo Cattolico, da cui si sviluppò in seguito la Conferenza internazionale cattolica dello scautismo. Ha voluto immettere lo scautismo nella vita stessa della Chiesa, quale mezzo per meglio servire Dio e il prossimo. È lui l’autore di molti canti scout: il Canto della promessa, il Canto dell’addio, La leggenda del fuoco, Preghiera della sera, Signor tra le tende schierati.

Marcel Callo fece la sua promessa nel 1934 ed era molto fiero di essere scout. Nello stesso anno Marcel cominciò a lavorare come apprendista tipografo e nel 1936 diventò capo della squadriglia Pantere, che era composta di ragazzi lavoratori come lui.

Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, nel 1943 Marcel accoglie la richiesta di andare a lavorare in Germania per tenere alto il morale di tanti ragazzi lavoratori. In terra tedesca si dà da fare: anima la preghiera, commenta le letture, dirige i canti. Poi organizza un coro, una squadra di calcio, un piccolo gruppo teatrale, gruppi di giovani che visitano i malati e distribuiscono medicine. Il 19 aprile 1944 Marcel e altri 11 vengono arrestati con questa accusa: troppo cattolici; viene condannato ed inviato nel lager di Mauthausen, dove muore, all’età di 24 anni, il 19 marzo 1945. Il 4 ottobre 1987 Giovanni Paolo II ha dichiarato tra i beati e i santi questo scout.

Ma c’è anche una coppia di sposi: i primi scout italiani riconosciuti per la loro santità tanto semplice quanto bella. Sono Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi. Due sposi che si sono gioiosamente e con pienezza aiutati reciprocamente nella strada verso la felicità che avevano scoperto nel Vangelo.

Prendiamo qualcuno di questi testimoni come compagni di viaggio lungo il sentiero dello scoutismo. Ci saranno di aiuto con la loro preghiera e con il loro esempio.

† vescovo Giuliano