OMELIA NELLA VI DOMENICA DI PASQUA con l’ordinazione diaconale di Paolo Allegro e Sebastiano Pellizzari – Cattedrale di Vicenza, 14 maggio 2023
Letture: At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21
Abbiamo appena accolto la richiesta del rettore del Seminario che a nome della Chiesa ha presentato Paolo e Sebastiano perché siano ordinati diaconi. Vorremmo entrare nella liturgia dell’ordinazione diaconale arricchiti dall’ascolto della parola del Signore appena proclamata.
Una nuova effusione dello Spirito per servire nella carità
Nel racconto degli Atti ci è stata consegnata la testimonianza di un diacono: Filippo. È uno dei sette uomini, di buona reputazione pieni di Spirito e di sapienza, scelti per collaborare con gli apostoli. Il loro compito principale era provvedere alle mense dei poveri e assistere le donne che si trovavano in condizione di vedovanza private di tutto. Gli apostoli dopo aver pregato imposero le mani perché potessero prendere parte alla vita della comunità con il servizio alla mensa Eucaristica e il servizio alla mensa dei poveri. Anche voi, Paolo e Sebastiano state per ricevere una nuova effusione dello Spirito Santo per essere fortificati nella carità, in comunione con il presbiterio unito al vescovo. Possiate così diffondere l’amore di Cristo celebrato nell’Eucaristia con il servizio a tutte le persone che vivono fragilità e povertà, animando le comunità cristiane a voi affidate con l’attenzione privilegiata ai poveri. Non temete di andare loro incontro con lo spirito di Cristo che non è venuto per farsi servire bensì per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (Mc 10,45).
Costituiti annunciatori del Vangelo di Cristo
Subito dopo essere stato scelto, Filippo fa l’esperienza della persecuzione con l’uccisione del diacono Stefano. Fugge insieme ad altri e si rifugia dai samaritani, fratelli di razza e di religione, ma separati dalla comunità di Israele perché caduti in eresia. Filippo non si perde d’animo. Al contrario, ci mostra un’ulteriore dimensione del suo ministero: egli predicava loro il Cristo. Ma non si trattava solamente di parole, queste erano unite a segni di liberazione, riconciliazione, guarigione. La predicazione era accompagnata dalla preghiera per chi stava male, dalla vicinanza alle loro sofferenze con quella compassione del Signore Gesù apportatrice di vita nuova. Per il ministero del diacono Filippo, la presenza viva del Signore risorto arreca grande gioia in quella città. Carissimi Paolo e Sebastiano, ricevete il libro dei vangeli per significare che con l’ordinazione siete costituiti annunciatori del Vangelo di Cristo. La Buona notizia da accogliere con fede mediante l’ascolto orante quotidiano delle Sacre Scritture, condividendo quanto appreso dalla presenza viva del Signore Risorto e vivendo ciò che agli altri viene insegnato. Adorate Cristo nei vostri cuori e annunciate il Vangelo con dolcezza, rispetto e retta coscienza come ci ha indicato l’apostolo Pietro.
Vivete la gioia di annunciare il Vangelo «a coloro che non conoscono Gesù Cristo o lo hanno sempre rifiutato. Molti di loro cercano Dio segretamente, mossi dalla nostalgia del suo volto, anche in paesi di antica tradizione cristiana. Tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo» (Evangelii gaudium, n. 14).
In comunione con il presbiterio presieduto dal vescovo
Nel racconto degli Atti emerge un’ulteriore aspetto del diacono Filippo. È la sua piena comunione con il gruppo degli apostoli e la Chiesa madre di Gerusalemme. Filippo è un uomo di Chiesa, non è un “navigatore solitario”. Egli attende che gli apostoli invochino lo Spirito santo su tutti i credenti e così dare vita a nuove comunità cristiane. Il Concilio Vaticano II ha confermato che i diaconi «sostenuti dalla grazia sacramentale, nella diaconia della liturgia, della predicazione e della carità servono il popolo di Dio, in comunione col vescovo e con il suo presbiterio». Carissimi Paolo e Sebastiano, l’ordinazione diaconale vi costituisce in un legame particolare con il presbiterio che sarete chiamati a riconoscere e far maturare. Siate disponibili alla vita fraterna con i presbiteri, condividendo le gioie e le fatiche del vostro cammino di fede e del ministero. Sarete credibili annunciatori affrontando con disponibilità la vita comune e mantenendo la comunione spirituale e pastorale con il vescovo diocesano e il vescovo di Roma, entrambi chiamati a presiedere la Chiesa nella carità. La ricerca del bene delle comunità e dei gruppi nei quali siete inseriti va fatta insieme, in un cammino condiviso, ascoltando tutti, con lo stile del discernimento spirituale.
Vivere del tutto per l’amore
Infine non ci sfuggano le parole di consolazione ma anche esigenti che il Signore ci ha rivolto nel Vangelo. Egli ci ha promesso che non ci lascerà orfani. Gesù stesso prega incessantemente il Padre perché ci doni la presenza viva dello Spirito Santo e rimanga sempre con noi. Il mondo non comprende questo dono. Ma quanti hanno conosciuto Gesù e hanno fatto esperienza di Lui risorto e vivo, hanno la possibilità di sentirsi voluti bene e custoditi da Dio in ogni istante della loro vita. Sentono in loro l’unità di Amore tra il Padre e il Figlio e la comunione di Cristo con gli uomini che amano.
Si tratta di una parola esigente: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Il dono di grazia che Dio, offre richiede di essere accolto e di corrispondervi. Inseriti nell’amore di Dio è necessario che gli uomini vivano del tutto per l’amore. Oggi, Paolo e Sebastiano, accolgono una speciale chiamata del Signore ad appartenere affettivamente totalmente a Lui, anche rinunciando a costruire una relazione coniugale e familiare. E non per disprezzo di quella che è pure una vocazione, bensì per complementarietà con essa. Un dono, quello del celibato, da far crescere giorno dopo giorno per vivere del tutto per l’Amore.
Maria, che si è autodichiarata la serva del Signore, accompagni i vostri passi.
† vescovo Giuliano